Pina Suriano e la santità della porta accanto

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
“ vorrei tanto amarti o Gesù, vorrei amarti come non sei stato amato, vorrei salire sulle ali dei grandi desideri, di quelli veementi, intimi, seri, profondi, meditati e non fantasie d'un istante”.

Così scriveva Pina Suriano della quale nel pomeriggio di giovedì prossimo 5 settembre si farà memoria nel ventennale della sua beatificazione. L' arcivescovo monsignor Gualtiero Isacchi invita tutti i fedeli della nostra diocesi, con particolare attenzione ai giovani, a partecipare al solenne pontificale che avrà luogo nella nostra cattedrale e che sarà presieduto dal cardinale Marcello Semeraro.

Ho avuto il privilegio di partecipare il 5 settembre del 2004 nella Piana di Montorso a Loreto alla grande festa dell'Azione Cattolica italiana ma anche della nostra Chiesa diocesana in presenza del papa Giovanni Paolo II, già sofferente fisicamente ma spiritualmente ancora un gigante. Ricordo, come fosse appena ieri, la gioia e l'entusiasmo di migliaia di fedeli provenienti da ogni regione d'Italia in trepidante attesa fin dalle prime luci dell'alba, l'emozione del nostro arcivescovo monsignor Cataldo Naro, per il quale finalmente veniva riconosciuta l'esemplarità della testimonianza di Pina Suriano, una straordinaria figura di laica di Azione Cattolica che aveva amato Gesù fino ad offrire la sua vita per la santificazione dei sacerdoti.

Pina Suriano, originaria di Partinico dove ha speso tutta la sua breve esistenza, si è impegnata nella sua parrocchia, malgrado l'opposizione dei suoi genitori e la sua malferma salute, per la formazione di un laicato maturo e coraggioso, facendosi portatrice di pace tra le famiglie ed intessendo costruttivi rapporti di amicizia. La sua è stata una testimonianza di radicalità evangelica trasparente, gratuita e generosa, legata ad un'umile vita ordinaria che ha reso possibile una santità della “porta accanto.” A distanza di venti anni dalla sua beatificazione credo che sia opportuno verificare se in effetti Pina Suriano, come auspicava mons. Naro, è stata una nostra compagna di viaggio, un'amica in cielo a cui si può chiedere consiglio e aiuto in ogni circostanza della vita, riflettere sulla nostra condizione di credenti spesso tiepidi ed indifferenti, sulla nostra capacità di vivere uno spirito comunitario.

Credo, infatti, che in un'epoca come l'attuale in cui siamo abbagliati da luci che velocemente appaiono ed altrettanto velocemente declinano e scompaiono, la testimonianza di Pina Suriano possa veramente illuminare il nostro cammino di credenti per essere anche noi nella vita quotidiana costruttori di fraternità e di speranza.