Il futuro non è adesso

fumetto di Salvino Caputo

La maggior parte della gente non muore che all’ultimo momento; altri cominciano e si prendono vent’anni d’anticipo e qualche volta anche di più: Sono e resteranno sempre gli infelici del nostro pianeta terra.

Ricorre oggi l’anniversario della scomparsa di Louis Ferdinand Céline, innovatore della letteratura del Novecento duro, caparbio, aspro, realista, scientifico, progressista, ma fuori dal decadentismo di certo romanticismo ideologizzato alla Carducci, D’Annunzio, Pascoli. Parlare di futuro in un maledetto “Sistema Globale” lobbista, asservito al potere economico e finanziario di quattro famiglie che adorano solo il dio denaro e non hanno a cuore le sorti del nostro Pianeta, è come predicare il sesso degli angeli. Scriveva egregiamente Lucio Dalla: “Anche gli angeli talvolta si sporcano, ma la sofferenza varca ogni limite e cancella tutte le storie pregresse”. Purtroppo uomini e donne non siamo angeli con le rughe vistose sugli zigomi, siamo maledettamente fragili e prigionieri di un tempo mafioso che attraverso un semplice ciak brucia la nostra vita senza ritorno. Carissimo Presidente Mattarella, la sua visione di futuro è saggia, sistemica ed oltremodo datata. Ripeteva alla nausea Leonardo Sciascia nel suo libro “A Futura Memoria” se la memoria ha un futuro, che la nostra vita dilava come il sale ed i nostri giovani non possono essere relegati nel pianeta delle utopie o delle liste di attese, in attesa della prima occupazione o del coronamento di uno sbocco professionale legittimo dopo anni, anni di studio, impegno, ricerca e sacrifici quotidiani delle famiglie che non hanno mai cessato di supportarli.

La dura e amara verità è stata scritta da Giacomo Leopardi a proposito di natura, clima e capovolgimenti del nostro mondo senza prospettive. Caro Presidente, il nostro futuro viaggia fuori dai dettami politici, dai governi che governeranno la nostra terra; ci aspettano a braccia aperte le infinite rotte astrali, il multiverso e gli universi paralleli. Scrivevo nel 1972: “Saliremo stanchi su moduli spaziali in cerca di futuro lungo le nuove rotte astrali, dove lo splendore di miliardi di lune e di soli abbaglianti saranno i nuovi tiranti per le nuove generazioni senza frontiere”. Caro Presidente, la S.V. potrebbe obbiettare che la Scienza Quantistica e le mie convinzioni sono solo chimere, fantasmagoriche aspettative senza una rigorosa falsificazione scientifica; ha ragione Presidente ma io credo alle chimere scientifiche e non ai postulati di certe politiche, s’informi con i grandi scienziati e toccherà con le sue mani, l’orlo del bicchiere stracolmo e traboccante.
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