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Il Torneo dei Quartieri, uno strumento di aggregazione per la nostra comunità

| Enzo Ganci | Editoriali

MONREALE, 1 agosto – Sono poche le cose che aggregano più dello sport. Probabilmente per la sua capacità di mettere tutti davanti a un obiettivo, ma soprattutto di scatenare quella sana competizione e quella legittima voglia di svago che solo lo sport sa regalare.

In città, ove mai ce ne fosse stato bisogno, ce ne siamo ricordati negli ultimi due mesi con lo svolgimento del “Torneo dei Quartieri e delle Frazioni di Monreale”, una manifestazione che ha saputo catalizzare l’attenzione di tantissima gente, a prescindere dalla sua reale passione per il calcio.
Il torneo, al di là della sua cifra tecnica sulla quale non è il caso di dibattere, perlomeno in questa sede, ha affermato, anzi ha ribadito un concetto importante, che è quello che a Monreale lo sport, quello che si propone di aggregare e di coinvolgere, si può fare. Anzi: si deve fare.

Chi ha una memoria storica non a corto raggio sa bene cosa sia stato il vecchio “Conca d’Oro” pieno di gente. Erano gli anni ’70-80 e gli spalti del campo di via Aldo Moro erano quasi sempre riempiti da tifosi, pronti a urlare e sostenere i biancazzurri del Monreale, che a quel tempo era più che una fede calcistica.
Un po’ come accaduto in questi due mesi di svolgimento della manifestazione, durante i quali gli spalti sono stati quasi sempre gremiti. E non di soli appassionati di calcio, ma anche e soprattutto da famiglie, con tanto di donne e bambini al seguito. Esattamente come era nelle intenzioni e nei desideri degli encomiabili organizzatori, che non hanno risparmiato impegno e fatica a che la manifestazione potesse svolgersi nel migliore dei modi.

Segno che a Monreale la voglia di sport, e di calcio in particolare, è tanta e che la comunità risponde positivamente e massicciamente quando il prodotto offerto è gradevole ed attraente. I social non sono stati da meno ed hanno conferito alla kermesse quella visibilità e quella cassa di risonanza che ha contribuito a rendere il torneo un evento di rilievo e, possibilmente, da non lasciar morire.
A proposito di cassa di risonanza: lo abbiamo detto, ma lo ribadiamo: spiace che ce ne sia stata tanta, anzi decisamente troppa, per un episodio (il riferimento è al triste epilogo della semifinale, poi ripetuta, tra Pezzingoli e San Vito) più scenico, che reale. Sentire i media nazionali parlare della nostra città accostando ad essa espressioni come “Far West” o “botte da orbi” quando nessuno ha riportato alcun graffio è una cosa che dispiace e fa rabbia e di cui crediamo siano responsabili coloro che, per negligenza o, peggio, per malafede hanno contribuito a dare dell’accaduto un’immagine ed una dimensione decisamente distorta.

In tutto questo appare doveroso tributare un applauso anche all’amministrazione comunale, che la manifestazione l’ha fatta propria e che si è battuta con tutte le sue forze perché si concludesse regolarmente nel rispetto dei valori dello sport.
Gli organizzatori da domani mattina si metteranno al lavoro per un’edizione 2024 ancora più ricca e più importante, soprattutto se “l’erba di casa mia” non sarà solo il titolo di una bella canzone di Massimo Ranieri, ma lo spettacolo affascinante del rettangolo di gioco del vecchio Conca d’Oro.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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