MONREALE, 18 agosto – Il film, purtroppo, non è affatto in prima visione. Di esso, ormai all’ennesima replica, peggio di “Via col Vento”, si conoscono sceneggiatura, trama, intrecci e probabilmente anche epilogo. Che, 99 su 100, sarà quello dell’impunità degli interpreti.
Di questi, peraltro, c’è chi giura di conoscerne nome, cognome, dati anagrafici e forse pure codice fiscale, ma si guarda bene dal “saltare il fosso” e denunciarne le responsabilità alle Forze dell’Ordine. Un comportamento omertoso, in linea, purtroppo, con la nostra storia, ma che ora non può essere più riproposto. Vedere il nostro territorio, il nostro patrimonio naturalistico devastati dalla mano criminale di alcuni sconsiderati è una cosa che non può essere più tollerata.
Ieri i “viaggi” dei canadair sopra il cielo monrealese si sono susseguiti fino a quando le condizioni di luce lo hanno consentito, poi in serata, così come testimonia la nostra foto, la montagna a ridosso di Pioppo aveva un aspetto da girone dantesco, che metteva i brividi.
Certo, verrebbe da chiedersi: perché? Perchè così tanto disprezzo per il nostro territorio? Perché così profonde coltellate inferte alle nostre montagne? Perché ingenerare il terrore nella popolazione, specie se anziana, che ha tremato per la sorte delle proprie abitazioni? Domande per le quali è quasi impossibile trovare delle risposte, se non con la barbarie, la ferocia e la disumanità di chi magari non conosce una parola d’italiano, ma conosce benissimo le combinazioni chimiche necessarie ad attivare un efficace innesco temporizzato.
Di fronte a questo scempio la politica deve interrogarsi su cosa serva ad arginarlo e deve farlo presto: se con l’incremento delle unità di personale o delle giornate lavorative, se con soluzioni tecnologiche tipo droni o sistemi di sorveglianza, se con altri accorgimenti, ma deve farlo. Ormai un intervento a gamba tesa per la salvaguardia del territorio non è più rinviabile. A meno che non si voglia vedere il comprensorio boschivo ridotto ad ammasso di cenere. Ma questo, probabilmente, è l’ultimo “spettacolo” al quale vorremmo assistere.