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Ancora monumenti aperti: tre indizi fanno una prova

| Enzo Ganci | Editoriali

MONREALE, 29 ottobre – Poco meno di duemila biglietti staccati per visitare il chiostro dei Benedettini, una gran folla per ascoltare le spiegazioni coinvolgenti e sempre illuminanti di don Nicola Gaglio sulle bellezze della cattedrale. Tanta gente pure ad ascoltare la musica di Vivaldi, sempre in duomo. È questo il mini bilancio della serata conclusiva de “La via dei Tesori”, che ieri sera ha fatto tappa a Monreale.

La serata, ove mai ce ne fosse stato bisogno, ha ribadito l’importanza, per non dire la necessità, di organizzare iniziative in grado di attrarre visitatori, di far uscire la gente da casa e farla stare per strada, presso i monumenti normanni o in uno dei locali cittadini per gustare qualche prelibatezza di casa nostra.
Ieri sera c’è voluto poco. Organizzazione del concerto a parte (“Laudate pueri RV 601” e brani sacri di Antonio Vivaldi, a cura del Kandinskij Chamber Ensemble), non erano in programma particolari iniziative. Eppure è bastato sapere che il duomo e il chiostro erano aperti di notte per vedere popolare la zona dai monrealesi, ma anche da visitatori curiosi, che non se lo sono fatto dire due volte, scegliendo di stare col naso all’insù mentre don Nicola sapientemente forniva spiegazioni sulle tante simbologie delle icone del tempio normanno, o contenti di prendere d’assalto il chiostro, passeggiando attorno al suo colonnato.
Insomma, ancora una volta la cultura vince. Ancora una volta la cultura riesce ad aggregare a rendere viva una città che, altrimenti, sarebbe morta e sepolta. Gli indizi precedenti, ed alquanto significativi, li aveva forniti l’associazione dei commercianti monrealesi, che con i “Notturnia”, già in due circostanze diverse, avevano messo sul piatto iniziative pregevoli che avevano brillantemente animato la fin troppo piatta vita aggregativa della città. Come dire: tre indizi fanno una prova. L’auspicio è che iniziative di questo genere possano ripetersi con maggiore frequenza. A ringraziare non sarebbero solo i commercianti, i cui affari in questi casi vanno a gonfie vele. Sarebbe pure tutta quella fetta della città, fortunatamente non esigua, che vuole abitare in una città viva dove svago e cultura viaggiano di pari passo e dove è possibile trascorrere una piacevole serata.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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