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Don Enzo Bellante, un campione di discrezione e di stile

| Don Sebastiano Gaglio * | Parrocchie

Il saluto al parroco che lascia pronunciato da don Sebastiano Gaglio, fondatore della comunità di Santa Teresa

Non è facile prendere la parola per rivolgere il saluto e per ringraziare colui che la Provvidenza ha scelto come guida saggia e tagliata su misura per questa amata Comunità, dal 2015 ad oggi.

Nove anni sono passati da quando Don Enzo iniziava il suo servizio pastorale in questa Chiesa parrocchiale, dove nasceva, contemporaneamente, una comunità sacerdotale che era stata sognata fin dalle origini.Nella costruzione del complesso parrocchiale, infatti, tutti gli spazi erano stati predisposti a questo fine.
Quel 17 ottobre di nove anni orsono era proprio il giorno in cui Papa Francesco elevava agli onori degli altari i genitori di Santa Teresa (Luigi e Zelie Martin):
felice coincidenza che benediceva sia l'ingresso del Parroco che il progetto iniziale. Don Enzo è stata l'anima promotrice, attenta e rispettosa delle due comunità: quella parrocchiale e quella sacerdotale, voluta da monsignor Pennisi e presentata alla CEI, come esperienza pilota in tutta l'Italia.

Non è facile sintetizzare questi nove anni, anche per la discrezione del suo stile. Noi sacerdoti siamo stati coinvolti, sempre con garbo, nelle celebrazioni liturgiche e nelle decisioni più importanti che riguardavano il completamento delle strutture della Chiesa e lo svolgimento delle attività parrocchiali.
Prima di comunicare con noi aveva già ascoltato le osservazioni e il parere dei componenti dei vari gruppi.
Così, abbiamo accompagnato in tutte le fasi di progettazione e di realizzazione i numerosi lavori che hanno messo in sicurezza i locali e li hanno resi più armonici ed accoglienti. Spesso gli ho sentito ripetere che “le pareti” sono solo strumenti per la pastorale e non hanno finalità a sé stanti.

Sono stati costruiti, con le sole risorse della parrocchia e con l'aiuto dei singoli fedeli, il muro di rafforzamento della strada e di contenimento della vasca che rischiava di scivolare a valle; sono state realizzate le splendide stazioni della Via Crucis in mosaico; sono state sistemate le ringhiere del muro perimetrale esterno;
è stato dato un progressivo e gradevole ordinamento alle diverse aree dello spazio interno; è stata ampliata la cappella destinata alla catechesi e alle celebrazioni; impiantata una biblioteca ricca di 2000 volumi. Tutti i locali sono stati degli strumenti necessari per la sicurezza e uno splendido murale di Santa Teresa è stato dipinto per salutare i fedeli.

Ma è, soprattutto, sul piano catechistico e caritativo che sono state concentrate le sue forze per potenziare ed aggiornare quanto già esisteva e per dare una risposta adeguata alle nuove esigenze e allo sviluppo della fede.
Durante il periodo drammatico della pandemia, la Santa Messa trasmessa in streaming, grazie all'aiuto di Enzo Ganci, ha registrato ascolti impressionanti come numero e come gradimento e, mi faceva notare Titti Caracciolo, responsabile della Caritas, la raccolta, la distribuzione degli aiuti e la collaborazione degli operatori, in quel periodo, si sono moltiplicati in modo prodigioso.

La Caritas parrocchiale, grazie all'opera dei volontari, oggi è un esempio di come debbono e possono operare le realtà ecclesiali. La modalità di celebrazione della Santa Messa, il sabato pomeriggio per i ragazzi, ha visto la partecipazione numerosa non solo di chi frequentava il catechismo ma anche dei genitori. E' diventato un modello adottato da altre parrocchie.

Interessanti e seguitissime le catechesi per i fidanzati che pure duravano per parecchi mesi. Anche per noi Sacerdoti, la collaborazione, in secondo piano, alla vita parrocchiale è stata una splendida esperienza nel solco di una tradizione pastorale che ha, come obiettivo prioritario, l'avvicinamento a chiunque è alla ricerca di Dio e vuole conoscere, in modo più serio, il messaggio cristiano.
In questa linea lo abbiamo seguito anche nella scelta di aprire, ogni giorno, la Chiesa e di essere disponibili per le confessioni, per la direzione spirituale e per l'ascolto: è stato bello non rimanere mai disoccupati. Ho visto con gioia Monsignor Ambrogio ringiovanire e Don Pino Licciardi sempre presente ed attivo.

Dalle moltissime testimonianze di affetto e di ringraziamento di questi giorni, ho toccato con mano come la gente ha colto la formazione umana, culturale e sacerdotale di Don Enzo, maturata nella lunga esperienza di Parroco, di Rettore del Seminario, di insegnante nei Licei, di docente nella Pontificia Università Teologica di Sicilia, di Preside dell'Istituto di Scienze Religiose di Monreale, e, infine, di Assistente Nazionale del MEIC, il Movimento dei Laureati Cattolici.

Qualcuno gli ha rivolto gli auguri per il fatto che, dietro sua insistente richiesta, ora va in pensione. “Non parlare di pensione”, gli ha risposto, “si tratta di un altro tipo di impegno ma con ritmi meno pressanti e non accelerati”. Posso aggiungere che, saputa la notizia delle sue dimissioni, gli sono arrivate tantissime richieste di collaborazione sul piano educativo e di predicazione in tutta l'Italia.

Don Enzo, conosco la tua generosa disponibilità, ma (permettimi un consiglio) non ti lasciare squartare! Dèdicati, piuttosto, al completamento del prezioso lavoro sulla teologia biblica consegnata dai nostri Padri nei mosaici di Monreale, su cui stai lavorando con passione e competenza. Insieme a me, tanti altri (ricordo soltanto don Andrea Dell'Asta, direttore del prestigioso Centro Studi San Fedele di Milano) siamo rimasti affascinati dall'antico linguaggio patristico che hai messo in evidenza e che è nuovo nella riscoperta del Concili Vaticano II.

Intanto, carissimo Don Enzo, ti ringraziamo per averci testimoniato, senza l'enfasi ansiosa di facebook, un assoluto amore per la Chiesa di Gesù, quella Chiesa viva che si nutre dei sacramenti e che cammina accanto ad ogni uomo. Io, in particolare, ti ringrazio anche per avere amato, senza riserve, questa Comunità che, come tu sai, è stata motivo della mia vita e continua ad essere nel mio cuore.

Ho visto che è anche nel tuo cuore, ma né tu, né io abbiamo alcuna gelosia perchè entrambi abbiamo la serena certezza che non è “nostra” proprietà. In una luce più alta, siamo convinti con San Paolo che siamo stati “servi inutili” perchè è solo Dio colui che sostiene gli eventi. Noi, come ripeteva un'altra grande Santa Teresa, quella di Calcutta, possiamo dire soltanto di avere provato ad essere docili matite nelle sue mani.

Grazie ancora. Sia Monsignor Ambrogio, sia Don Pino Licciardi, ai quali va il nostro abbraccio più fraterno e il ringraziamento più sentito, io stesso e la Comunità Parrocchiale tutta, faremo fatica a dimenticarti. Non si dimentica una persona cara, s'impara a convivere con la sua assenza. Sarai l'assente sempre presente. Sapevamo di essere fortunati ad averti con noi, ma solo oggi riusciamo a capire, quanto.

* fondatore della parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 15 settembre – Presentiamo oggi la nuova veste grafica di Monreale News, il nostro quotidiano, al quale diamo un nuovo look, un nuovo aspetto.

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