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''Siamo capaci di dire grazie per i doni di Dio''

| Giuseppe Cangemi | Curia

Il messaggio dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi nel giorno della memoria di re Guglielmo II e degli arcivescovi

MONREALE, 13 novembre – È stata officiata stasera dall’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi, all’interno del duomo di Monreale, la celebrazione eucaristica in suffragio di re Guglielmo II e degli arcivescovi monrealesi scomparsi.

“Eleviamo a Dio per loro la nostra preghiera- ha affermato monsignor Isacchi nella sua omelia. Essi hanno manifestato con la loro azione la gioia della fede, e adesso nella casa del Padre godono della ricompensa celeste, ricolmi di felicità e grazia. I Pastori della Chiesa di Monreale, che oggi ricordiamo, hanno servito questa Chiesa, assicurando al gregge il loro servizio. Essi sono segno della bontà di Dio per il suo gregge; con cuore ricolmo di gratitudine, allora, ringraziamo Dio per l’attenzione e la cura che ha mostrato verso di noi, facendoci il dono di questi Pastori”.

Sin dalla morte del re normanno passato alla storia come ''re buono'', la Chiesa di Monreale e gli arcivescovi ricordano la scomparsa del re, cui si deve la fondazione di Monreale e della sua cattedrale. Discendente della dinastia normanna, Guglielmo II sposò Giovanna d’Inghilterra, da cui non ebbe figli e a seguito di ciò acconsentì al matrimonio fra la zia Costanza, nata da Ruggero II, ed Enrico VI di Svevia, decretando così la fine della stirpe normanna e l'arrivo degli Svevi in Sicilia. Alla sua opera e alla sua incrollabile fede si deve l’edificazione dello splendido duomo di Monreale, lasciato in eredità a Monreale e all’umanità intera. Da quel momento gli arcivescovi hanno portato avanti nei secoli la guida dell’arcidiocesi, che ha proprio nella cattedrale il suo cuore pulsante.

‘’Dio ci ha salvati per la sua misericordia, solo in questa consapevolezza può misurarsi il nostro rendimento di grazie - ha continuato monsignor Isacchi nella sua omelia. L’amore di Dio ricopre ogni nostro peccato. Egli ascolta sempre le nostre invocazioni, ma non fa magie. Non aspettiamoci, dunque, soluzioni immediate e magiche ai nostri problemi, ripensiamo oggi, in questa occasione, anche a quante volte non accettiamo la mediazione della Chiesa voluta da Dio. Continuiamo, perciò, nella memoria dei nostri arcivescovi, a percorrere con fiducia il cammino della nostra vita - ha proseguito l'arcivescovo - ricordandoci che solo dicendo grazie possiamo ricevere il dono della salvezza. Impariamo a vedere le nostre progressive guarigioni, a misurare il cammino di cambiamento che abbiamo fatto, a riconoscere le guarigioni che ci fa fare l’esperienza di salvezza. Spesso diamo per scontato la grazia e il dono di svegliarci ogni mattina e avere un nuovo giorno di vita: siamo, allora, capaci di dire grazie anche per questo. Noi uomini siamo bisognosi di rassicurazioni sul nostro domani, sulle nostre relazioni e sulle nostre capacità, ma la fiducia in Dio ci invita a non temere neppure in una valle oscura. Vogliamo, infine, tornare - ha concluso l’arcivescovo - all’altare per dire grazie a Dio per questi pastori che ha donato alla nostra Chiesa. Grazie perché oggi forse siamo migliori rispetto a ieri, anche se il cammino a volte è pesante”.

Alla fine della celebrazione eucaristica l'arcivescovo Gualtiero Isacchi, accompagnato dal parroco della cattedrale, don Nicola Gaglio, e dal vice parroco, don Luca Leone, dopo aver recitato una preghiera in suffragio del re normanno, ne ha asperso la tomba, rivolgendo la tradizionale invocazione alla Madonna che il re ha voluto onorare con la sua grande opera. Il suo sarcofago di marmo bianco fu realizzato su richiesta dell'arcivescovo Ludovico I Torres. Subito dopo la morte, infatti, il corpo del re fu posto a terra sotto la tomba del padre. Fu Ludovico Torres ad ordinare che fosse riposto nel sarcofago che fece costruire proprio per lui.

· Enzo Ganci · Editoriali

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