Apriamoci alla solidarietà, accogliamo i profughi ucraini

"Siamo chiamati ad essere portatori di speranza e operatori di pace, a stare vicini alle sofferenze delle vittime di tutte le guerre"

MONREALE, 17 aprile – “La Pasqua di quest’anno porta con sé tante speranze insieme a tante incertezze e sofferenze, legate ancora alla pandemia e alle sue conseguenze in campo psicologico, sociale e religioso, che stiamo sperimentando da circa due anni. A queste si aggiungono i drammi della guerra in Ucraina e in altri paesi e le molteplici povertà vecchie e nuove”.

 Lo ha detto monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, nel corso della sua omelia pronunciata durante la veglia pasquale celebrata in cattedrale.

“Per sentirci tutti fratelli e sorelle – ha proseguito il presule – siamo chiamati ad essere portatori di speranza e operatori di pace, a stare vicini alle sofferenze delle vittime di tutte le guerre, ad aprirci alla solidarietà e all’accoglienza nei confronti dei profughi ucraini e di tutte le persone costrette a lasciare la loro patria a causa di guerre, persecuzioni e calamità naturali.

La Pasqua cristiana – ha concluso Pennisi – ci invita a credere che Gesù, dato per morto e sepolto , è risorto ed è vivo. Egli ha immesso nella Storia una energia nuova. Senza la memoria viva della morte e risurrezione di Cristo , l' orrore per quanto avviene in Ucraina e altrove e lo sgomento per quanto di male accade ogni giorno nella nostra società ci fa chiudere in uno smarrimento che ci lascia prigionieri delle nostre paure. Oggi ci dobbiamo chiedere se siamo capaci di testimoniare l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo agli uomini del nostro tempo”.