Intervento dell’arcivescovo di Monreale, dopo i rovinosi roghi dei giorni scorsi
MONREALE, 31 luglio – “È una grave colpa della cattiveria umana bruciare un patrimonio naturalistico e pensare stupidamente di distruggere “la casa comune”, che Dio ci ha comandato di custodire e curare”.
Lo afferma l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, a proposito del gravissimo incendio che ha devastato una vasta area del territorio, compresa fra Monreale, Altofonte, San Giuseppe Jato e soprattutto Piana degli Albanesi,
“Gli incendi dolosi di questi giorni – dice il presule – provocano ingenti danni al patrimonio boschivo e faunistico, creano seri problemi non solo per la distruzione di tante strutture importanti per tutta la comunità e per le famiglie, mettono in pericolo il lavoro di tante persone che lavorano nel campo della forestazione per la salvaguardia dei boschi.
Desidero dare la mia solidarietà alle comunità e ai cittadini colpiti dagli sciagurati incendi, che puntualmente ogni anno si ripetono creando danni non quantificabili all’ambiente naturale e notevoli disagi agli abitanti di vari Comuni dei territori della nostra diocesi e delle diocesi siciliane. Ringrazio i Vigili del Fuoco, le Forze dell’Ordine le Amministrazioni Comunali, i volontari della Protezione Civile e i comuni cittadini che si sono adoperati per spegnere gli incendi e aiutare le persone che si sono trovate in pericolo .
Questi incendi non sono frutto di un destino avverso al quale sottomettersi con rassegnazione, ma chiamano in causa a vari livelli la responsabilità diretta e indiretta dell’uomo. È una grave colpa della cattiveria umana bruciare un patrimonio naturalistico e pensare stupidamente di distruggere “la casa comune”, che Dio ci ha comandato di custodire e curare. Mentre condanno simili crimini, ribadisco che appiccare volontariamente un incendio, oltre che un delitto per la legge dell’uomo, è anche un grave peccato contro Dio e la sua creazione. Bisogna che tutti a livello istituzionale e personale ci impegniamo per impedire che simili misfatti si ripetano attraverso un’opera di prevenzione e di educazione alla tutela dell’ambiente a servizio del bene comune.
La preparazione della 49a Settimana sociale dei cattolici italiani sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro, tutto è connesso”, che si svolgerà a Taranto nel prossimo ottobre, deve puntare sul coinvolgimento delle Chiese locali e di tutte le aggregazioni laicali per fare in modo che gli insegnamenti di papa Francesco nella Laudato sì’ e in Fratelli suscitino una responsabilità concreta nella custodia e nella cura del creato e nella realizzazione del progetto di una transizione ecologica che sia a servizio di uno sviluppo integrale dell’umanità”.