Corruzione al Comune di Palermo: arrestati due consiglieri, dirigenti e imprenditori

L’operazione “Giano Bifronte”, condotta da carabinieri e Guardia di Finanza, nasce dalla dichiarazioni del pentito Bisconti

PALERMO, 29 febbraio – Corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico. Questa l'accusa nei confronti di due consiglieri comunali e due dirigenti del Comune di Palermo, coinvolti anche alcuni imprenditori.

Nell'operazione "Giano bifronte" del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza e dei carabinieri del Reparto operativo – Nucleo Investigativo di Palermo sono stati sottoposti agli arresti domiciliari i consiglieri comunali Sandro Terrani (IV)e Giovanni Lo Cascio (PD), già presidente della seconda commissione urbanistica; i funzionari comunali Mario Li Castri, già dirigente dell’Area tecnica della Riqualificazione Urbana e delle Infrastrutture; Giuseppe Monteleone, ex dirigente dello Sportello Unico Attività Produttive; Fabio Seminerio, architetto; gli imprenditori Giovanni Lupo, di San Giovanni Gemini, e Francesco La Corte, originario di Ribera, rispettivamente amministratore di fatto e di diritto della Biocasa operante nel settore edilizio. All’architetto Agostino Minnuto, originario di Alia, è stato notificato l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
Le indagini riguardo i progetti per la lottizzazione di aree industriali dismesse del Comune di Palermo (via Maltese, via Messina Marine e via San Lorenzo) per realizzare 350 "unità abitative di edilizia sociale residenziale convenzionata".

Nel 2016 Seminerio, e altri imprenditori considerati vicini a lui, avevano presentato questi tre progetti ma per derogare al piano regolatore generale era necessario che il Consiglio comunale attestasse il pubblico interesse di tali iniziative.
L’istruttoria sulle proposte di deliberazione è stata curata da Li Castri, all’epoca a capo dell’Area Tecnica del Comune, il quale, da un lato, si trovava in situazione di incompatibilità, essendo stato socio in affari di Seminerio, dall’altro rilasciava parere favorevole anche in mancanza di alcuni requisiti di ammissibilità in materia di edilizia convenzionata. Anche Monteleone si sarebbe adoperato per il buon esito della delibera relativa all’ex area industriale di via San Lorenzo.
I consiglieri comunali destinatari del provvedimento, in cambio della promessa di utilità di varia natura, avrebbero lavorato per una rapida calendarizzazione ed approvazione delle tre proposte di costruzione in deroga al piano regolatore.
In un'altra vicenda Li Castri, sempre nel suo ruolo di dirigente comunale, avrebbe accordato una variante a una concessione edilizia della Biocasa, consentendo di aumentare le unità abitative da realizzarsi da 72 a 96. Il progetto era stato redatto anche in questo caso dal suo ex socio Seminerio, al quale veniva assegnato l’incarico di direttore dei lavori.
Monteleone, già dirigente dell’Area Tecnica, curava alcune pratiche di concessione edilizia presentate dalla Biocasa anche per la realizzazione di un ulteriore complesso immobiliare sempre a Palermo, avallando varianti in aumento al fine di consentire la realizzazione di un maggior numero di unità abitative da 96 a 133.

In cambio Lupo e La Corte gli avrebbero promesso 15.000 euro. A una strettissima amica di Monteleone, inoltre, sarebbero stati affidati molteplici incarichi professionali, corrispondendole cospicue somme di denaro.
Le ipotesi delittuose sono state avvalorate anche dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Filippo Salvatore Bisconti, imprenditore edile nell’area metropolitana di Palermo, arrestato dai carabinieri per associazione mafiosa il 4 dicembre 2018 (operazione Cupola 2.0), considerato capo-mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno, il quale ha riferito circostanze e dinamiche interne agli uffici tecnici comunali, con particolare riguardo agli interessi coltivati per anni da Li Castri, Seminerio e Monteleone e in particolare “alle numerose cointeressenze economiche che effettivamente i tre soggetti coltivavano insieme nel settore dell’edilizia”.