Dopo il passaggio al gruppo di Saverio Romano: la guerra continua o tanto rumor per nulla?
Tutti sembrano voler gettare acqua sul fuoco. L’ultima parola la dirà il Pd
MONREALE, 6 dicembre – Il botto che ha fatto sui quotidiani on line monrealesi l’ufficializzazione del gruppo di quattro consiglieri ex Pd al “Cantiere Popolare” di Saverio Romano, nei fatti, a livello locale, potrebbe ridursi d’intensità ed essere derubricato ad un petardo a salve. Almeno nelle dichiarazioni dei protagonisti.
È vero, infatti, come ha reso noto il commissario cittadino del Partito Democratico, Antonio Rubino che i Dem “prendono le distanze da queste logiche trasformiste” e chiederanno al sindaco di sapere “se il suo è ancora un progetto di centrosinistra”, ma allo stesso tempo pare che nessuno voglia rinunciare al suo spazio in nome di un’appartenenza a questo o a quello schieramento.
Al momento, come molti sanno, la componente diversa da quella di Alternativa Civica in giunta, cioè quella che fino a prima delle elezioni regionali era quella del Pd, è composta da Filippo Madonia, assessore in quota Tonino Russo, Nadia Battaglia, che fa capo a Silvio Russo, e a Rosario Li Causi, da molti considerato il regista del passaggio all’ala di Cantiere Popolare.
Chi immagina l’eventualità di un cambiamento di forze in campo, sulla base di un ipotetico “Manuale Cencelli”, valuta che il gruppo “Romano” conta quindi su un assessore figlio di una rappresentanza di quattro consiglieri in aula. Il Pd, invece, vanta due posti in giunta per cinque rappresentanti in aula. Di questi, però, solo due hanno detto sì all’ultimo consuntivo: Sandro Russo ed Aurelia Di Benedetto, ai quali, ai fini di un conteggio di maggioranza, va aggiunta la sola Rosanna Giannetto (assente in quella occasione), vicina a Tonino Russo e quindi rappresentata in giunta. Discorso diverso per Manuela Quadrante e Ignazio Davì, le cui aree di appartenenza non hanno un referente nell’esecutivo cittadino e che quindi non fanno parte in pianta stabile della maggioranza.
Cosa deriva da questo conteggio? Che, a primo acchitto, il Pd in giunta sembra sovradimensionato rispetto alla reale rappresentatività consiliare. Tutto materiale per le prossime discussioni, anche se al momento, come spiegato prima, non sembra tirare aria di scombussolamenti.
Per Cantiere Popolare, infatti, come affermano lo stesso Toti Zuccaro e il capogruppo di “Monreale al Centro”, Mimmo Vittorino, la volontà di proseguire il cammino al fianco del sindaco Capizzi non è venuta meno. “Per noi non cambia nulla – sostiene Zuccaro – se non la richiesta di riflessioni che abbiamo fatto al sindaco, di farci sapere come ripartire e su cosa ripartire. Chiediamo un reset generale per fissare i punti programmatici sui quali lavorare”.
“Il nostro percorso non sarà diverso rispetto a quello di questi ultimi mesi – gli fa eco il capogruppo consiliare Mimmo Vittorino. Proseguiremo accanto a Capizzi sulla strada già individuata. Si tratta di due cose distinte e separate: in vista delle elezioni nazionali. A Monreale la nostra condotta sarà quella che abbiamo avuto finora.
Piero Capizzi, dal canto suo, con l’obbligo di cercare e trovare equilibri, getta acqua sul fuoco: “Prendo atto di questo passaggio – afferma il sindaco – ma ribadisco che il mio progetto civico vede il Pd come interlocutore privilegiato, con cui il rapporto non è mai venuto meno. Se avessi voluto gettare la spugna lo avrei già fatto, ma considero il Pd un grande partito con quale riapriremo un confronto nei prossimi giorni. Chiederò di sapere chi c’è e chi non c’è per portare avanti gli obiettivi programmatici del mio programma elettorale”.
Tutto, quindi, resta ancora nella mani dei democratici. Cercheranno un accordo con il nuovo schieramento centrista per proseguire sulla strada che porta al 2019 o proveranno a far saltare il banco? Se ne saprà di più al prossimo congresso cittadino, in programma a metà dicembre.
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