Riceviamo e pubblichiamo...
Signor Direttore,
ricordo che era il 18 aprile di quattro anni fa quando il suo giornale pubblicava un articolo dal rassicurante titolo “Approvato il progetto, tornerà fruibile la villa comunale” accompagnato dalla appassionata ed avveniristica dichiarazione del presidente del Consiglio comunale (…)
(…) con tanto di ringraziamenti al presidente della Regione pro tempore Nello Musumeci, che si era speso molto per finanziare i lavori per consolidare il muro di contenimento e consentire la realizzazione delle opere indispensabili per determinare la riapertura al pubblico della villa comunale Belvedere, luogo in cui ognuno della mia generazione ha vissuto e lasciato ricordi di qualsiasi natura e sentimenti.
La notizia più recente riporta il crollo della maestosa pianta che con gli enormi arbusti regalava frescura e ospitalità. Da quel tragico evento, il cui risultato è certamente da ascrivere a cause naturali ma anche alla incuria umana e alla mancanza di interventi, sul luogo tanto caro a noi monrealesi, è scesa una cappa di silenzio e di disinteresse politico e certamente amministrativo.
Non amo per età e maturità anche politica, oltre che purtroppo anche …. anagrafica lanciare accuse e critiche a chi ha guidato la nostra città per cinque anni e si appresta a continuare lo stesso percorso amministrativo per un altro lustro. Da cittadino, però, sento il bisogno di chiedere ai governanti locali per quali motivi in questi cinque anni di incontrastata amministrazione, priva di un anelito di seria opposizione, nonostante gli anticipati e conclamati progetti esecutivi, studi di fattibilità, relazioni geologiche e geognostiche e la dichiarata disponibilità di un finanziamento di 2,9 milioni a carico della Regione, i cancelli della villa comunale continuano ad essere sbarrati da oltre 4 anni, il degrado resta sovrano e i cittadini continuano a sospirare l’agognato passeggio nei viali alberati della villa cittadina.
Certamente non sarà mancata la volontà amministrativa e non sarà trascorsa giornata senza che i nostri assessori abbiano incessantemente lavorato per consentire il taglio del nastro di inizio lavori. Conoscendo il lavoro del capo dell’amministrazione e la passione dei politici di governo locale, si saranno tenute riunioni e conferenze di servizio per comprendere come velocizzare i lavori e tagliare il traguardo di questa opera pubblica, con la speranza che non diventi un altro Carmine 2. Sicuramente sarà colpa della Regione che ha consumato ritardi progettuali o del governo nazionale che ha rimodulato il Pnnr determinando lo slittamento del finanziamento.
O forse il trasferimento a Roma del ministro Musumeci che ha impedito il completamento dell’iter burocratico ed economico finanziario. Sono sicuro che non è mancato per i nostri governanti locali. Conosco - senza contestazione di critica alcuna e in assoluta buona fede - l’indefesso impegno di tutta la Giunta cittadina nel volere riaprire la villa comunale, lottando contro la avversa sorte, i cambiamenti politici e lo stress burocratico.
E continuo con la pazienza che la mia età mi consegna a essere certo che fino a questa mattina tutta la neo maggioranza era riunita per spiegare che sono passati quatto anni di indisturbato governo locale e non dovranno trascorre altri quattro lustri per riaprire la villa comunale.
Anche perché tranne i volti dei soliti noti vi sono energie fresche, grandi passioni e vorticoso lavorio fisico ed intellettuale. Quindi resto tranquillo che prima del Giubileo del 2028 potrò accedere con mia moglie alla villa comunale scambiandoci nuovamente il primo bacio da fidanzatini anno 1977.
* ex sindaco di Monreale
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