Maggio dei Libri, ieri si è parlato de La peste del 1624 e Rosalia a Monreale
L’appuntamento è stato curato dal Circolo di lettura di Illustramente di Monreale
MONREALE, 17 maggio – Continuano le iniziative realizzate per il Maggio dei libri, l’appuntamento annuale del Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura.
Il calendario organizzato a Monreale ha previsto numerose proposte interessanti tutti attorno ai libri, al leggere e anche allo scrivere.
L’incontro di ieri, intitolato La peste del 1624 e Rosalia a Monreale, a cura del Circolo di lettura di Illustramente di Monreale, ha visto le protagoniste del Circolo raccontare a un uditorio molto attento, che comprendeva anche alcuni ragazzi della scuola Morvillo, le circostanze che nel 1624 portano a Monreale la nuova Santa appena affermata a Palermo: si è parlato quindi dell’arrivo dell’epidemia di peste, dei provvedimenti sanitari decisi per cercare di bloccare il contagio, delle processioni e della siccità che quell’anno aveva moltiplicato le preoccupazioni. Ma soprattutto si è parlato della Monreale del ‘600, un argomento ben poco praticato e che quindi ha suscitato molte curiosità.
Monreale era la capitale di un piccolo stato teocratico dove l’arcivescovo era abate e signore, il governo era molto ben organizzato, ogni anno venivano pubblicati dei bandi che regolavano la vita in maniera minuziosa.
Nel 1624 l’arcivescovo è Girolamo Venero, uno dei grandi protagonisti della storia di Monreale: non appena a Palermo vengono registrati i primi casi, l’arcivescovo attua subito i provvedimenti sanitari per evitare che l’epidemia possa arrivare a Monreale anche se Palermo è così vicina. Fra le altre cose fa costruire una nuova cinta di mura su cui si aprono sei porte e isola il paese, da Monreale non si può né entrare né uscire. Sino all’aprile del 1625 Monreale è salva. Poi il 6 maggio la prima vittima è Pietro Antonio Novelli, padre del più famoso pittore monrealese e anche lui pittore.
Grazie ai severi protocolli sanitari messi in atto dall’arcivescovo, nei cinque mesi in cui l’epidemia flagella Monreale muoiono “solo” 260 persone, Venero viene contagiato ma riesce a guarire. Durante la malattia l’arcivescovo ha implorato la protezione dei patroni celesti, si è affidato al Crocifisso e a Rosalia: da Palermo ha ottenuto una reliquia della nuova Santa, che il 20 maggio 1625 viene accolta tra i patroni di Monreale con una solenne processione.
Molto importanti sono le decisioni dell’arcivescovo Venero, riguardano la chiesa che poi sarà chiamata la Collegiata e i 24 canonici custodi del Crocifisso: decisioni dall’importanza secolare, che ancora oggi vengono rispettate a cominciare dall’itinerario della processione del 3 maggio.
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