Dopo una settimana di spettacoli e attività liturgiche, la Festa del SS. Crocifisso si conclude con la processione del 3 maggio
MONREALE, 4 maggio – Al suono della campanella le strade, prima gremite, si svuotano. Nella notte, cominciano a vivere di ricordi, di urla gettate nel vento, di forte odore di carne arrostita. Al suono della campanella, ci accorgiamo che un'altra edizione è terminata, che un altro viaggio è passato in rassegna.
Distesi sul letto, ad orari più vicini all'alba che al tramonto, ci abbandoniamo alla stanchezza che ci vince dopo una settimana piena di eventi ed impegni: è solo allo spuntare della luce solare che iniziamo a capire di averla conclusa, di aver compiuto l'impresa.
È stato l'anno della settimana lunga di festa, consegnataci generosamente dal calendario e dal caso: il 26 già vi erano in programma spettacoli e, sette esatti giorni dopo, tutto si è chiuso con la "processione delle processioni". È stato l'anno dei dj set, della parte ludica della festa, che si sta sempre prendendo più spazio, sbizzarrendosi all'interno dei giorni circostanti ai primi tre del mese di maggio. È stato l'anno di Francesco Gabbani, vincitore a Sanremo e portatore di gioia e vivacità nel palco di Piazza Guglielmo, e della processione, che è avanzata spedita e a velocità sostenuta fino alla fine del tradizionale copione.
Al chiudersi delle porte della Collegiata, allo spegnersi delle luci delle bancarelle, allo svuotarsi delle piazze monrealesi: cos'è che ci rimane?
Rimangono le parole del sindaco Arcidiacono, fermo nel ricordarci che la Festa deve essere un punto di partenza per costruire un'identità civile ben chiara ed unitaria. Rimane l'organizzazione maniacale dell'Arma dei Carabinieri e dei volontari della Protezione Civile che, nonostante i chiari e onnipresenti problemi logistici, hanno reso sempre sicuro il paese nel corso della settimana. Rimane il lavoro degli addetti alle pulizie Ecolandia, degli uomini delle bancarelle, di chi ha abbellito il paese con luminarie e festoni.
Rimane, dentro di noi, un senso di appartenenza.
Un giorno fuori dal normale che è di nostra proprietà, uno svarione necessario dalla routine quotidiana, presa in contropiede dalla straordinarietà della Festa. Come canta e ha cantato Gabbani, "Non c'è soluzione che non sia l'accettazione di lasciarsi abbandonare all'emozione". E forse, frase migliore non c'è per descrivere cosa è questa settimana per un monrealese. E quindi, tra uno spettacolo di acrobati e un dj set in piazza, tra le discese e le salite del viaggio del Crocifisso, "Tra le Granite e le Granate" di Gabbani, tanto vale, al suono della campanella, abbandonarsi all'emozione.