Trappeto, dolore e lacrime ai funerali di Vincenzo Trovato

Monsignor Isacchi: “Diciamo no alla violenza, all’odio, alla vendetta, alla sopraffazione”

TRAPPETO, 17 agosto – Una folla strabocchevole ha preso parte oggi ai funerali di Vincenzo Trovato, il giovane 22enne ucciso sul lungomare di Balestrate probabilmente da una coltellata nella notte tra l’11 e il 12 agosto scorsi.

Pianto a dirotto al passaggio del feretro sia all’entrata che all’uscito della chiesa dove sono stati fatti volare nel cielo tanti palloncini bianchi. A celebrare le esequie è stato l’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi, che si è stretto al dolore della comunità trappetese e dei familiari in particolare, invitandoli a trovare nella fede quel conforto che in questo momento appare come un miraggio per la scomparsa di un ragazzo, morto con modalità così barbare.
“Non troviamo parole umane capaci di esprimere ciò che proviamo in questo momento – ha detto Isacchi – L’unica parola che ci è sembrata buona è la nostra presenza, il nostro esserci.

Ci sono cose che accadono – ha proseguito il vescovo – cose che ci accadono e non capiamo; ci sono cose dolorose che rifiutiamo; ci sono fatti in cui la ricerca di senso resta insoddisfatta e si infrange nell’unica domanda a noi possibile: perché? Perché Vincenzo? Perché in questo modo barbaro?
Vincenzo era un gran lavoratore, ma il significato del suo lavorare non lo si comprendeva solo guardando alla fatica compiuta quotidianamente, ma piuttosto dall’ascolto del cuore di Vincenzo, dei suoi sogni, del suo desiderio di costruire un futuro migliore.
Mettiamoci in ascolto della Parola di Dio – ha detto ancora il presule – che attraverso la fede fa vibrare i nostri cuori e ci fa ripetere, insieme al centurione del vangelo: davvero Vincenzo non è morto, ma vive con Dio Padre. Questa è la nostra fede

Mettiamo in circolo le parole della fede: speranza, amore, fiducia, perdono, serenità. Sono parole che oggi noi adulti diciamo poco. Siamo tutti vittime di parole di rabbia, violenza, odio, sopraffazione, vendetta. Parole, queste, che spingono all’affermazione del proprio io, dei propri interessi personali anche a scapito degli altri, anche a costo della vita dell’altro. Noi, quest’oggi, diciamo no a questo linguaggio e a questa logica che hanno ucciso Vincenzo! Diciamo no alla violenza, all’odio, alla vendetta, alla sopraffazione, all’egoismo.

Affidiamo Vincenzo alla dolcezza materna di Maria Assunta in cielo, perché lo introduca nell’abbraccio misericordioso del Padre. Preghiamo per i familiari tutti di Vincenzo, perché in Dio possano sperimentare la consolazione della fede. Chiediamo per tutti noi -io lo faccio in modo particolare per voi giovani- il coraggio e la forza di vivere le parole della fede per essere nel mondo un segno di novità”.