I competenti uffici comunali hanno ritenuto opportuna la costituzione in giudizio per sostenere la correttezza del procedimento comunale adottato
MONREALE, 14 settembre – Nello scorso mese di luglio, come ormai noto, un gruppo di commercianti monrealesi, assistiti dagli avvocati Filippo Di Matteo e Rosaria Messina, ha impugnato di fronte al Tar la delibera di variante adottata dal Consiglio comunale finalizzata alla realizzazione di un punto vendita del colosso tedesco Lidl.
Ben dodici titolari di esercizi commerciali siti in Monreale, con citazione in causa anche di Lidl Italia, hanno chiesto praticamente l’annullamento dell’ormai famosa delibera avente tecnicamente ad oggetto la “Variante urbanistica puntuale su parte del territorio comunale corrispondente alle particelle 1644-491-2008-2799-2801-2803-1127-1728- F.M. 21”.
I ricorrenti, censurando il comportamento dell’amministrazione comunale, hanno lamentato - come è possibile leggere nel provvedimento comunale di costituzione in giudizio - l’eccesso di potere sotto i profili del travisamento e dell’erronea rappresentazione e valutazione del contesto fattuale e giuridico, irragionevolezza, erroneità dei presupposti, difetto di istruttoria, illogicità, irrazionalità, mancata e contraddittoria motivazione, violazione di legge; la mancanza della Valutazione Ambientale Strategica (VAS); l’insufficienza insomma delle motivazioni giuridiche alla base della variante.
La giunta municipale ha così richiesto al dirigente dell’Area gestione del territorio, Maurizio Busacca, responsabile tra l’altro del procedimento dell’atto impugnato, notizie in merito a quanto sollevato dai ricorrenti, così lo scorso sei agosto il dirigente ha comunicato che, tenuto conto del fatto che l’iter deve ancora concludersi con l’approvazione dell’assessorato regionale Territorio ed Ambiente, appare necessario che l’Amministrazione si costituisca in giudizio per sostenere la correttezza del procedimento comunale.
La giunta municipale, prendendo atto del parere, ha così deliberato di costituirsi in giudizio nel ricorso al Tar promosso dai dodici commercianti, conferendo mandato al dirigente degli affari legali di avviare le procedure per l’affidamento ad un professionista esterno della rappresentanza in giudizio dell’ente.
L’onere finanziario per l’incarico di assistenza legale non dovrà esere superiore a 3.950,58 euro e trova già adeguata copertura finanziaria.