Pennisi: “L'ambasciatore Attanasio e il carabiniere Iacovacci siano ricordati per la profonda giustizia con cui sono vissuti”
MONREALE, 26 febbraio – Ieri pomeriggio nel Duomo di Monreale è stata celebrata una Messa in suffragio delle vittime dell’attentato nella Repubblica Democratica del Congo del 23 febbraio scorso: l’ambasciatore Luca Attanasio e il Carabiniere Vittorio Iacovacci.
Quest’ultimo era in servizio presso il 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”. Alla Santa Messa, officiata dall’Arcivescovo, Monsignor Michele Pennisi, e celebrata nel rigoroso rispetto della normativa anti contagio, hanno presenziato il Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Generale di Brigata Rosario Castello e il Comandante Provinciale di Palermo, Generale di Brigata Arturo Guarino, e il Sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono.
“A nome della Comunità ecclesiale - ha detto monsignor Pennisi nel corso della sua omelia – desidero esprimere un «sentito cordoglio» ai familiari di questi nostri fratelli, al corpo diplomatico e all’Arma dei Carabinieri. Oggi siamo chiamati a raccogliere l' esemplare testimonianza dell’ambasciatore Luca Attanasio, “persona di spiccate qualità umane e cristiane, sempre prodigo nel tessere rapporti fraterni e cordiali; come pure il carabiniere, Vittorio Iacovacci, esperto e generoso nel suo servizio e prossimo a formare una nuova famiglia” come li ha definiti papa Francesco.
Sia il giovane ambasciatore italiano Luca che il giovane carabiniere Vittorio non devono essere ammirati per quella morte giunta in modo profondamente ingiusto e violento, ma per la profonda giustizia con cui sono vissuti. Tutto quello che questi nostri fratelli come costruttori di pace hanno seminato di bene è un germoglio di una vita nuova basata sulla fratellanza universale, che non mancherà di produrre i suoi frutti .
Voglia il Signore misericordioso valorizzare il bene che questi nostri fratelli hanno operato e donare speranza soprattutto a coloro che in questa tragedia hanno perduto i loro cari .
Con intima gratitudine per questi nostri fratelli – ha concluso il presule – il cui sacrificio è di esempio per tutti noi, affidiamo alla misericordia di Dio le loro anime, e rinnoviamo il sincero proposito di essere degni della grande eredità che essi ci hanno lasciato per portare nel mondo lo sviluppo integrale e la pace, frutto della giustizia e del diritto”.