Dpcm, autorizzare gli spostamenti tra Monreale e Palermo una scelta da considerare

Già altre municipalità studiano come raggiungere i centri a loro vicini. Anche Monreale potrebbe dire la sua

MONREALE, 8 novembre – A volte potrebbe essere più agevole (e forse anche più sensato) spostarsi da un comune all’altro che nell’ambito dello stesso. Un concetto che da qualche parte della Sicilia ha già preso piede ed è stato messo nero su bianco, da qualche altra è diventato un’azione già intrapresa.

Il riferimento, per quel che riguarda la prima ipotesi, è ai comuni dell’hinterland di Trapani, dove i cittadini di Erice possono spostarsi nel capoluogo e viceversa, seppur con parsimonia e per alcuni motivi limitati e concreti. Tante sono le strade dei due comuni che si intrecciano vorticosamente o, addirittura, in alcuni casi con il lato pari di Trapani e il dispari di Erice.
La decisione, dopo le richieste dei comuni, è stata presa durante l’ultimo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si è svolto giovedì pomeriggio in Prefettura. “Questa libertà di movimento è comunque subordinata alle esigenze di carattere sociale o sanitario, così come previsto dall’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri” si è affrettato a dire il prefetto Tommaso Ricciardi.


Di ieri, inoltre, è la notizia, che abbiamo pubblicato della raccolta di firme dei cittadini per consentire la libera circolazione tra San Giuseppe Jato e San Cipirello. Due comuni la cui natura topografica li fa diventare un unico nucleo urbano, senza soluzione di continuità. Stessa sorte sta toccando a Cinisi e Terrasini, dove si ragiona già in maniera concreta per consentire gli spostamenti fra i due centri costieri.
E Monreale? L’ipotesi potrebbe riguardare pure il nostro comune, “appiccicato” a Palermo a doppio, se non triplo filo. Sono diversi i luoghi dove orientarsi sulla reale appartenenza territoriale appare davvero difficile. Borgo Molara, per esempio, lungo una strada che da una parte è territorio di Monreale, dall’altra è pertinenza del capoluogo. Oppure la strada panoramica che porta alla Rocca e al corso Calatafimi è un altro esempio didascalico.
E sono diversi i cittadini, residenti in quella zona, che sono soliti spostarsi su Monreale per motivi familiari, affettivi, lavorativi o commerciali. Per questi, senza dubbio, sarebbe più facile e più sbrigativo arrivare a Monreale, benchè in comune diverso, che spostarsi dalle parti, ad esempio, di viale Strasburgo, Tommaso Natale o Pallavicino. E allora perché non porsi questo problema? Perché non consentire gli spostamenti fra i residenti delle zone limitrofe, anche se appartenenti a due municipalità differenti? Non sarebbe un modo per evitare che i cittadini debbano andare in zone per loro più lontane, potendo raggiungere quelle a loro più vicine?
Non sarebbe un modo per sostenere l’economia dei due centri? Ne siamo convinti. Occorre però che il problema sia posto all’attenzione delle due amministrazioni comunali, che – come hanno fatto altri comuni – dovrebbero sedersi attorno a un tavolo, magari alla presenza del prefetto e fissare paletti importanti. Sarebbe forse la soluzione di un problema all’apparenza banale, ma forse di rilievo importante. Noi la pietra l’abbiamo lanciata, alle istituzioni il compito (se vogliono) di raccoglierla.