Questa mattina la commemorazione a piazza Canale
MONREALE, 4 maggio - Era il 4 maggio del 1980 quando, tra le strade della cittadina normanna, veniva assassinato il capitano Emanuele Basile. Proprio nel giorno più importante di Monreale, le vili braccia di Cosa Nostra vollero spegnere quelle di un Padre - ancor prima che Capitano - che in mezzo alla folla in giubilo, dinnanzi a quelle tese del Santissimo su quella croce, accoglievano affettuosamente la propria figlia - Barbara - prima che il proiettile costringesse il militare a cedere alla volontà mafiosa che in quel periodo tanto affliggeva la nostra terra. A distanza di 40 anni, a ricordare la memoria del Caduto soltanto le autorità militari, civili e religiose.
A causa dell’emergenza sanitaria, le disposizioni del Governo centrale, purtroppo, hanno consentito lo svolgimento della commemorazione soltanto alle istituzioni escludendo, di fatto - e come di consueto - la presenza degli allievi monrealesi. Ad onorare il militare caduto, stamattina, il sindaco Alberto Arcidiacono, il presidente del Consiglio Marco Intravaia, gli assessori Ignazio Davì, Geppino Pupella e Nicola Taibi - seguiti dai consiglieri comunali Rosario Ferreri e Angelo Venturella - il vicario prefetto in atto Daniela Lupo e il comandante della Polizia municipale Luigi Marulli. A rappresentare l’Arma, invece, il comandante della Legione Sicilia, generale di Divisione Giovanni Cataldo, il comandante provinciale, generale di Brigata, Arturo Guarino, quella del Gruppo Monreale, colonnello Luigi De Simone e quello della Compagnia, capitano Andrea Quattrocchi.
Dopo aver deposto il mazzo di fiori, l’arcivescovo di monsignor Michele Pennisi ha raccolto il piccolo corteo recitando “l’eterno riposo”, seguito da un momento di riflessione in onore del capitano assassinato che col suo stesso sangue, quella notte, scrisse una pagina tristissima della storia monrealese. Volendo citare il cantautore genovese, quella notte, “chi diede la vita ebbe in cambio una croce”: sì, quella del SS. Crocifisso, insieme alla memoria di un ricordo indelebile che, tuttavia, non morirà mai.