Aveva compiuto 20 anni a marzo. Aveva perso il padre tre anni fa
SAN VITO LO CAPO, 19 luglio – Voleva essere una giornata spensierata. Una di quelle trascorse al mare a fare due tuffi e soprattutto a svagarsi e divertirti. Invece è finita in tragedia, con un ragazzo di vent’anni che non c’è più e che lascia nella disperazione la sua famiglia.
Giuseppe Morello, era un ragazzo allegro, che amava circondarsi di amici. Era tifosissimo del Palermo, tanto da riempire il suo profilo facebook di foto con la sciarpa rosanero. Un’allegria che aveva mantenuto, nonostante da tre anni avesse perso prematuramente il padre Giacomo, ex dipendente dell’ospedale, scomparso all’età di 49 anni. Aveva frequentato l’istituto Regina Margherita ed abitava assieme alla mamma Antonietta in via Frassinelli e Mulini, una strada periferica che conduce nella frazione di Aquino.
Ma cosa gli è successo? La vicenda è ancora tutta da chiarire. Quel che si sa è che è che il ragazzo è morto sul colpo per un politrauma alla testa, così come ha affermato il medico legale, dopo essere caduto dalla scogliera del Bue Marino a Macari, frazione di San Vito Lo Capo. Increduli e nella più profonda angoscia i suoi amici con i quali aveva trascorso una giornata allegra.
Il fatto sembra essere successo intorno alle 2,30 di notte, quando per cause da accertare Giuseppe è scivolato fra gli scogli ed ha sbattuto la testa violentemente. A nulla è servito l’intervento, seppur tempestivo, dei sanitari del 118. Giuseppe era già deceduto. Il triste ufficio dei rilievi è toccato ai carabinieri della stazione di San Vito Lo Capo che hanno faticato non poco per arrivare a ricostruire la vicenda. Gli amici del ragazzo, che aveva compiuto 20 anni a marzo, sono stati ascoltati ancorché scossi per la tragedia.
Difficile azzardare ipotesi: forse poca attenzione nell’attraversare l'insidiosa scogliera, o forse una distrazione fatale. Da non escludere nemmeno un malore improvviso. Tutta materia per i militari dell’Arma che conducono le indagini. Al momento l’unica certezza è che adesso c’è una famiglia nella disperazione più nera.