Randagismo, ormai è un problema di vaste proporzioni

Riceviamo e pubblichiamo...

MONREALE, 23 febbraio – Il randagismo è un fenomeno che a Monreale, negli ultimi anni, ha toccato un livello inaccettabile per la sicurezza dei cittadini e comporta, inoltre, un serio problema di igiene pubblica e ambientale. Basta passeggiare per le vie del centro urbano e delle immediate periferie per imbattersi in branchi di cani randagi.

La Legge n. 281 del 14 agosto 1991 è una legge quadro in materia di animali di affezione e di prevenzione del randagismo. L’art 1 di tale legge recita che “ lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo ed animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.
L’art. 2 della legge prevede che i cani vaganti catturati vengano ricoverati nei rifugi per cani. L’art. 3 recita che le Regioni provvedono a determinare, con propria legge, i criteri per la costruzione dei rifugi per cani. Tali strutture devono garantire buone condizioni di vita per i cani, il rispetto delle norme igienico-sanitarie e sono sottoposte al controllo sanitario dei servizi veterinari delle ASP. L’art. 4 recita che i Comuni, singoli o associati, provvedono a gestire i rifugi per cani. La Regione Sicilia ha recepito tale legge con la Legge Regionale n. 15 del 3 luglio 2000.


L’art. 11 di tale legge prevede che “i Comuni , singoli o associati, costruiscano rifugi sanitari pubblici, dove i cani vaganti catturati possano venire condotti. L’art. 14 prevede che i Comuni provvedano alla cattura dei cani vaganti, da affidare ai rifugi sanitari pubblici. L’art. 20 prevede contributi per la costruzione dei rifugi sanitari pubblici.
La responsabilità per i danni causati dai cani randagi ricade sull’Ente, cui è attribuito dalla legge il compito di prevenire il pericolo per l’incolumità della popolazione connesso al randagismo: il Comune. Compete ai Comuni l’obbligo di provvedere alla cattura, custodia e mantenimento dei cani randagi vaganti sul territorio comunale.
La Commissione d’inchiesta sul randagismo dell’Assemblea Regionale Siciliana, nel dicembre 2018, ha acclarato che in Sicilia vagano circa 90.000 cani randagi, i 3/4 del randagismo europeo. Che bel primato!


Oggi passeggiare o transitare per le vie di Monreale comporta seri rischi per l’incolumità dei cittadini: basta transitare per la zona Duomo, per la via Cappuccini, per Piazza Candido, per il piazzale antistante l’edilizia Ferreri in via Linea Ferrata, per la piazzetta di Fiumelato, per imbattersi in pericolosi branchi di cani randagi. Questi branchi sono pronti ad aggredire i passanti che transitano per tali zone, coloro che praticano jogging, i ciclisti, i conduttori di motocicli: ormai sono molteplici le denunce di aggressione. Probabilmente un’adeguata attività di prevenzione e di vigilanza da parte degli organismi preposti costerebbe meno rispetto alle richieste di risarcimento attivate dai cittadini aggrediti, che hanno subito lesioni.
L’incolumità della persona umana è un valore assoluto, che andrebbe salvaguardato costantemente. Non è accettabile, in un Paese civile, che chi pratica sport, jogging o ciclismo, debba uscire da casa munito di bastoni per difendersi dalle aggressioni della moltitudine di cani randagi, che vagano sul nostro territorio.
Premesso, a scanso di equivoci, che la dignità della persona umana è importante tanto quanto quella degli animali: così come è da biasimare, da condannare il maltrattamento e l’abbandono degli animali, altrettanto valore assoluto deve essere quello della incolumità della persona umana. Se una persona commette un reato nei confronti di un proprio simile viene processato, con le leggi vigenti, e se condannato deve espiare una sanzione. Altrettanto, se un animale costituisce un pericolo per la persona umana, tale animale dovrebbe essere catturato e condotto presso i rifugi per cani, con l’intento di rieducarlo, laddove possibile, e di non poter più nuocere. Segno di civiltà sarebbe quello di catturare i cani randagi e condurli presso i rifugi per cani previsti dalla legge, sia per assicurare loro una vita più dignitosa, sia per ridurre i rischi di aggressione.
Spero che chi sarà portato ad amministrare la nostra splendida cittadina nei prossimi anni si mostri sensibile alla risoluzione di questo problema. Girando per la nostra Italia, nelle diverse città d’arte non mi è mai capitato di riscontrare tanti cani abbandonati e vaganti per le strade. La nostra Monreale è sicuramente una culla d’arte, è stata inserita dall’UNESCO nel circuito arabo-normanno, ma deve sapere offrire a noi residenti ed ai numerosi turisti che la visitano un biglietto da visita dignitoso, una qualità della vita decente.