Regione, il governo approva il ddl sul diritto allo studio

Obiettivo: garantire l’accesso agli studi a tutti i giovani siciliani, fin dalla scuola dell’infanzia

PALERMO, 16 luglio – Finalmente anche la Sicilia avrà una legge sul diritto allo studio. Il governo Musumeci ha infatti approvato il ddl proposto dall’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale Roberto Lagalla. Il disegno di legge, auspicato anche dall’Assemblea regionale e dalla competente Commissione legislativa, provvede a colmare uno storico vuoto esistente nell’ordinamento legislativo regionale.

Il testo si compone di trentasei articoli, che disciplinano le azioni a sostegno dei vari percorsi di studio, fino al livello universitario, attraverso l’impiego di risorse regionali ed extraregionali.
Il disegno di legge prevede l’istituzione della “Consulta regionale per il diritto allo studio”, come luogo di concertazione e collaborazione fra i diversi attori del sistema. Inoltre, sono previsti interventi per il contrasto della dispersione scolastica, ancora drammaticamente presente in Sicilia, come la costituzione dell’Anagrafe scolastica regionale degli studenti, per il monitoraggio del fenomeno, nonché azioni a sostegno del prolungamento del tempo scolastico e in materia di funzionalità e sicurezza degli edifici scolastici.
Inoltre il testo, nell’intento di tutelare i soggetti più deboli, grazie ad una cooperazione interistituzionale, prevede diversi interventi a sostegno delle categorie più deboli, riservando particolare cura agli studenti disabili o con difficoltà nell’apprendimento, nonché a coloro che si trovino ad affrontare il percorso scolastico in regime di ricovero ospedaliero. Per persone diversamente abili o con disturbi specifici d'apprendimento, in particolare, sono previsti accordi e protocolli d'intesa con soggetti del terzo settore e con associazioni di familiari, finalizzati a una programmazione dei servizi scolastici.
In sintesi, si tende a favorire la più ampia, inclusione nel sistema educativo anche mediante servizi di trasporto scolastico e di assistenza specialistica, pure in sede domiciliare.


Sono poi disciplinate azioni di sostegno per studenti immigrati residenti sul territorio e azioni di valorizzazione delle scuole e dei processi d’insegnamento presso le isole minori, le aree montane o le aree metropolitane soggette a degrado sociale, nelle quali si intende intervenire  attraverso il potenziamento delle attività pomeridiane ed extracurriculari.
Fra le azioni a sostegno del sistema universitario, è prevista l’erogazione di borse di studio, di contributi a favore di studenti meritevoli in condizioni di disagio e iniziative finalizzate a favorire il rientro di studiosi siciliani.
Sempre al fine di innalzare il livello delle competenze degli studenti siciliani, sono previsti interventi per il potenziamento linguistico e progetti di scambio culturale e internazionale, finalizzati allo svolgimento di periodi formativi presso enti, istituzioni o imprese di altri Stati membri dell’Unione europea.  È inoltre disciplinata l’adozione di misure per rafforzare l’identità siciliana, attraverso iniziative formative volte all’acquisizione di una rinnovata consapevolezza della cultura regionale e delle potenzialità dello strumento autonomistico.
“E' stato - afferma il presidente della Regione Nello Musumeci - uno dei principali obiettivi del mio governo, sin dall’insediamento.  Finalmente, dopo mesi di lavoro con l’Ufficio scolastico regionale, con i rappresentanti delle parti sociali, del corpo docente e delle consulte studentesche, siamo arrivati alla proposta di legge definitiva, attesa da oltre trent'anni. Adesso, spero che l’iter legislativo possa procedere celermente all'Ars, in modo tale che la Sicilia possa essere al passo con la quasi totalità delle altre Regioni italiane”.

“Questa legge - aggiunge l'assessore Lagalla - si propone di disciplinare finalmente, in una logica di continuità, il percorso formativo di ogni singolo studente, attivando strumenti che facilitino il raccordo con l’istruzione superiore e con l’accesso al mondo del lavoro. È più che mai necessario salvaguardare i diritti degli studenti, per garantire loro un percorso formativo qualitativamente adeguato ed universalmente accessibile, contrastando così i dati preoccupanti e penalizzanti sulla dispersione scolastica e sul livello delle competenze dei nostri ragazzi. In questo modo, intendiamo recuperare opportunità perdute e ripristinare il ruolo centrale della conoscenza per lo sviluppo della nostra società. Partire dai giovani significa anche supportare utilmente la crescita imprenditoriale ed economica del territorio, ponendo il tema dell’istruzione alla base del possibile superamento delle attuali disuguaglianze, derivanti da differenti condizioni di partenza di natura economica o sociale”.