Salvatore Bumbello e la Compagnia Brigliadoro, un binomio vincente

Passione e amore per i pupi e per le avventure cavalleresche: una tradizione in continua evoluzione

MONREALE, 20 maggio - Nella rubrica “I pupi raccontano” pubblicata sulle pagine di questa testata giornalistica dello scorso anno dedicata a pupi e pupari dell’area palermitana avevo volutamente tralasciato di scrivere sul puparo palermitano Salvo Bumbello, non perché il suo lavoro non meritasse una riflessione, ma perché giovane e nel pieno delle sua attività, sempre sulla cresta dell’onda.

Gli argomenti da me trattati avevano il carattere di una sorta di letteratura della memoria, rivolta a protagonisti di una stagione dell’opera dei pupi irripetibile, personaggi ormai scomparsi, fatta eccezione per l’oprante Onofrio Sanicola e il puparo Piero Scalisi ancora in attività. Memorie di un passato che rischiavano di cadere inesorabilmente nell’oblio degli eventi passati.
Nel marzo del 2015 in occasione della presentazione del libro “Elogio della memoria Omaggio a Enzo Rossi puparo di Monreale, dedicato alla memoria di mio padre per il decennale della sua scomparsa, nel salone dell’Istituto P. Novelli ho conosciuto Salvatore; in seguito grazie al maestro Piero Scalisi, ho avuto modo di collaborare con il giovane puparo e di apprezzarne le doti di oprante e di bravo costruttore di pupi.

A Monreale la compagnia Brigliadoro da lui fondata ha eseguito diverse rappresentazioni dell’opera dei pupi guadagnandosi la simpatia dei bambini delle scuole di Monreale e frazioni e l’attenzione dei media, ma anche per tutto per quello che ha fatto fino a questo momento, quindi credo sia arrivato il momento di raccontare alcuni aspetti della sua personalità e del suo mestiere.
Salvo Bumbello classe 1977 è figlio d’arte, il padre Luciano per anni ha costruito pupi siciliani proprio nel laboratorio dove attualmente Salvo dedica il suo tempo alla costruzione dei suoi paladini, in via Barbaraci al civico 9.
Salvo Bumbello ha frequentato le più importanti botteghe dei pupara di Palermo, da bambino ha respirato l’atmosfera dei racconti fantastici cantate nell’opera dei pupi, ha frequentato la bottega artigianale del padre con la curiosità tipica di un bambino, osservandolo mentre intento costruiva i pupi siciliani.
Dopo la scomparsa del padre avvenuta nel 1995 si avvicina a Francesco Sclafani considerato uno dei più intraprendenti opranti di quell’epoca e apprende i segreti di questo meraviglioso mondo, e successivamente il teatro-laboratorio di Mimmo Cuticchio.
Oggi Bumbello è uno dei più apprezzati costruttori di pupi e opranti di Palermo, gira il mondo con il suo teatrino itinerante raccontando le gesta degli eroi di Carlo Magno sempre in guerra con i terribili saraceni, metafora della contrapposizione tra il bene e il male, nella conquista della giustizia degli uomini.
Salvo Bumbello può contare sulla valida collaborazione dei figli Luciano e Francesco, maniante il primo e suonatore di pianino il secondo, e sul nipote Antonino Guarino anch’egli puparo, con i quali ha fondato la compagnia Brigliadoro dal nome del famoso cavallo di Orlando.

Una presenza attiva e costante nel panorama dell’opera dei pupi in Sicilia, ma anche tournée fuori dai confini italiani.
Collabora con il Museo delle Marionette “Antonio Pasqualino” di Palermo e con il suo teatrino itinerante esegue spettacoli per le scuole della Sicilia.
Tra le partecipazioni ricordiamo gli spettacoli “Pupi in vista” per i piccoli pazienti del reparto di Onco-ematologia pediatrica dell’ospedale Civico di Palermo, la trasmissione radiofonica Radio Off condotta da Gilda Sciortino e la messa in scena dello spettacolo “Angelica e le comete” tratto dal libro di Fabio Stassi edito da Sellerio, al Salone Internazionale del libro di Torino e replicato a Palermo lo scorso marzo all’Orto Botanico, con la regia di Alfonso Profeta, in occasione della rassegna una “Marina di libri”.
Bumbello vive il suo tempo tra corazze, elmi, scudi, piumaggi colorati e racconti fantastici, una passione e un amore per i pupi che trasmette a bambini e ragazzi.
La padronanza di un antico mestiere che conserva intatti i procedimenti di lavorazione, della costruzione dalle ossature alla sagomatura delle armature portato avanti con passione e dedizione fanno del giovane puparo un valido sostenitore delle nostre tradizioni culturali.