Fu rapito Aldo Moro, fu uccisa la sua scorta
MONREALE, 16 marzo - Sono in tanti quelli che considerano quella data come una sorta di “spartiacque” nella storia recente d’Italia. Una data dopo la quale la Nazione, benchè il clima lo si respirasse ormai da tempo, si svegliò con la netta percezione di vivere in un’epoca fatta di terrorismo ed eversione.
Quella mattina del 16 marzo 1978 in via Fani a Roma cambiò la storia d’Italia. Oggi ricorre il 40° anniversario di quella che è passata alla storia come la "strage di via Fani", nella quale fu rapito il presidente della Democrazia Cristiana di allora, Aldo Moro e persero la vita cinque uomini della sua scorta.
L'agguato fu ordito dalle Brigate Rosse, che, poco dopo le 9 del mattino, agirono con un commando di dodici uomini, che fece fuoco in via Mario Fani, a Roma, uccidendo Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, cioè gli uomini che curavano la sicurezza dello statista pugliese, allora sessantunenne, che stava per recarsi a Montecitorio.
Aldo Moro, già presidente del Consiglio e più volte ministro della Repubblica, fu sequestrato e tenuto prigioniero fino al 9 maggio dello stesso anno, quando il suo corpo fu ritrovato, privo di vita all'interno del bagagliaio di una Renault 4 nella vicina via Caetani, sempre nella capitale. Durante i cinquantacinque giorni di prigionia, Moro scrisse diverse lettere ai familiari, nonchè alla Democrazia Cristiana ed ad altri esponenti politici, sulle quali per anni si è aperto un dibattito circa l'autenticità. Di quei giorni si ricorda l'appello, purtroppo risultato vano, di Papa Paolo VI, che invitava i brigatisti a liberare Aldo Moro.
Lo stesso Pontefice officiò una solenne commemorazione funebre pubblica che si svolse, però senza il corpo dello statista per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò, in aperta polemica con lo Stato italiano scegliendo di svolgere le esequie dello statista in forma strettamente privata.
Nel giugno dello stesso anno, al termine di una laboriosa elezione del nuovo presidente della Repubblica, fu eletto Sandro Pertini, probabilmente il presidente più amato dell'attuale era repubblicana, che durante il suo discorso successivo all'elezione, non ebbe difficoltà ad ammettere che se Moro fosse stato vivo sarebbe stato lui il prescelto dalle Camere riunite per il Quirinale.
Monreale ancora oggi ricorda la figura di Aldo Moro nella sua toponomastica, con la via omonima e con la via "XVI marzo eccidio di via Fani", dedicata appunto ad una delle pagine più nere della storia contemporanea della Repubblica.