
Senza intoppi l’attesa manifestazione, che entra nella storia della città. LE FOTO
MONREALE, 9 luglio – È durata 28 minuti, ma sono stati 28 minuti intensi, fatti di colori, di suoni, di un panorama suggestivo e straordinario. Una mezzora scarsa durante la quale Monreale ha sognato, ma che le ha fatto vivere una realtà ben diversa da quella cui solitamente è abituata. Questo e molto altro durante la sfilata di Alta Sartoria maschile di Dolce e Gabbana, un evento che entra a buon diritto nella storia di questa città.
L’attesa era febbrile e sull’happening si era fantasticato tanto, ipotizzando di tutto, compreso l’arrivo di personaggi megagalattici del mondo dello spettacolo, che invece non sono venuti, per il disappunto di chi era a caccia di un autografo o di un selfie, ma che, come in genere gli assenti, hanno avuto torto, perché l’evento di ieri sera meritava senz’altro di essere visto di presenza.
In un’atmosfera quasi surreale, i modelli dei noti stilisti italiani si sono succeduti sulla passerella che partiva dal balcone principale del complesso Guglielmo e che si snodava attorno all’aiuola centrale di piazza Guglielmo, sfoggiando i colori vivaci e i toni forti di Dolce e Gabbana, mai banali, mai scontati.
Alla fine, quando l’ultimo ragazzo ha sfoggiato la sua “mise”, un lungo e fragoroso applauso ha avvolto la piazza, che per una sera ha rivaleggiato, senza sfigurare, con quelle ben più note del gotha della moda internazionale, sotto un duomo bello come sempre e illuminato come di rado.
Alla sfilata ha fatto seguito la mega festa all’interno del Chiostro, che ha accolto gli oltre 400 ospiti di Dolce e Gabbana, tra portate prelibate scelte dal noto chef Natale Giunta, musiche di vario genere, in una location difficilmente eguagliabile in termini di arte e bellezza.
Da oggi, come già detto in precedenza, Monreale tornerà alla vita ed ai suoi problemi di sempre. Sull’evento di ieri sera si continuerà a discutere: non mancheranno le polemiche, così come gli elogi e le approvazioni. Per una sera, però, la città ha respirato un’aria diversa. Per una sera Roma, Parigi o New York non sono sembrate poi così lontane.
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