Dal Consiglio comunale arriva il sì al “baratto amministrativo”

Non appena entrerà in vigore, chi non potrà pagare i tributi comunali col denaro, potrà farlo col lavoro

MONREALE, 6 marzo – Il concetto base è quello di una prestazione erogata in sostituzione di un tributo da pagare. Purché, ovviamente, l’intestatario di quel tributo non sia realmente in grado di pagarlo e lo possa dimostrare. Parliamo, in maniera semplificata, del cosiddetto “baratto amministrativo”, argomento sul quale si è espresso il Consiglio comunale di Monreale nel corso dell’ultima seduta, fornendo all’amministrazione comunale un preciso atto di indirizzo.

Ciò significa che, da ora in poi ed in tempi ragionevolmente brevi, gli uffici comunali dovranno attivarsi per redigere un apposito regolamento, da sottoporre nuovamente al Consiglio comunale, per individuare beneficiari, modalità di attuazione e sfaccettature varie del baratto amministrativo.
A richiedere l’applicazione di un principio sancito dall’articolo 24 della legge 164/14 (meglio nota come Sblocca Italia) erano stati qualche tempo fa i componenti del gruppo consiliare “CambiAmo Monreale”, Giuseppe Guzzo ed Antonella Giuliano, che avevano sollecitato l’amministrazione comunale ad intraprendere questa strada ritenuta di forte impatto sociale.
Il “baratto amministrativo”, in pratica, consiste sostanzialmente in una procedura mediante la quale, ogni cittadino, singolo o associato, che versi in situazione di debito tributario a causa di comprovato disagio economico (attestato da certificazione ISEE) tale da non potere pagare le imposte comunali (IMU, TARI, TASI ecc..) può chiedere il saldo del suo debito o uno sconto di esso mediante la prestazione della propria opera per finalità collettive ( pulizia di aree verdi, strade, piazze, azioni di decoro urbano, uso e riuso di materiali ecc...).
A “favore” del baratto, entrando nel campo delle opinioni, gioca il fatto che alcuni crediti relativi ai tributi difficilmente sono esigibili per reali difficoltà economiche dei cittadini o per motivi vari e quindi la prestazione di un servizio da parte di questi ultimi costituisce comunque una forma di risarcimento e si potrebbe rivelare assai utile per il decoro degli spazi pubblici.
A “sfavore”, invece, c’è il fatto che ogni prestazione erogata (pulizia, potatura, spazzamento, etc.) presuppone un controllo “in itinere” e successivo da parte degli uffici per verificare la corretta e proficua erogazione del servizio prestato. E su questo argomento, in ragione di tante circostanze e senza voler pizzicare nessuno, è lecito nutrire più di un dubbio.
Tutta materia, comunque, per i funzionari che – se riceveranno input dell’amministrazione, dopo quello de Consiglio, avranno il compito di mettere “nero su bianco” il regolamento attuativo.