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L'avvocato Mimmo Rizzuto

Biviere, oneri non pagati dal 2014 al 2017: il comune di Palermo condannato

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

L’amministrazione del capoluogo soccombe in giudizio, Dovrà versare oltre 283 mila euro

PALERMO, 11 febbraio – Il Comune di Palermo non si oppose a suo tempo di fronte all’approvazione del bilancio e quindi adesso non può esimersi dal pagare l’onere annuale determinato dal disavanzo di questo.

Si fonda essenzialmente su questo concetto la sentenza pronunciata nei giorni scorsi dal giudice Francesco Paolo Torrasi, della V sezione civile del tribunale di Palermo, specializzata in materia di imprese, che ha condannato l’amministrazione del capoluogo a corrispondere la somma di 283 mila euro (più interessi) per non aver corrisposto, dal 2014 al 2017, gli oneri che avrebbe dovuto garantire al Consorzio Biviere, in qualità di socio.

L’ente, come è noto, provvede all’approvvigionamento idrico di una vasta area territoriale della cosiddetta “cerniera” tra Monreale e Palermo ed è retto da un consiglio d’amministrazione composto da rappresentanti dei due comuni, che con una cadenza pressocché costante, si alternano nella guida dell’ente. Al momento il presidente è Claudio Burgio, in rappresentanza del comune di Monreale.

L’amministrazione palermitana, però, per motivi mai del tutto chiariti, determinati forse dalla precarietà del bilancio, e che, comunque, non hanno retto di fronte al giudice, per quattro anni si era rifiutata di pagare gli oneri di disavanzo, cioè quelli che si generano quando le uscite non sono coperte del tutto dalle entrate. In pratica, una situazione quasi paradossale, dal momento che la stessa amministrazione all’interno dell’ente è rappresentata da componenti del CdA, che invece avevano approvato quel bilancio e quindi detto di sì a quel default.
Adesso, però, in sede di giudizio, nato dal del decreto ingiuntivo che il consorzio aveva presentato contro il comune di Palermo, al quale l’amministrazione del capoluogo aveva fatto opposizione, il giudice ha dato ragione al “Biviere”, difeso dall’avvocato Mimmo Rizzuto (nella foto).

Questi ha sottolineato che il comune di Palermo non aveva impugnato a suo tempo il bilancio (peraltro approvato – come detto – anche dai propri rappresentanti), dando luogo, quindi ad una forma di acquiescenza, che adesso striderebbe, e non poco, con la scelta di non pagare. Tesi che è stata accolta dal tribunale e che quindi ha portato a soccombere in giudizio il comune, che adesso dovrà postare la somma in bilancio per pagare ciò che deve pagare.

· Enzo Ganci · Editoriali

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