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Scarcerazione Brusca, critiche unanimi dal mondo politico

| Giorgia Garda | Nera e giudiziaria

Musumeci: “Legge sbagliata, va cambiata”

PALERMO, 1 giugno – E’ un coro unanime di sdegno e di rabbia quello che caratterizza le reazioni del mondo politico alla notizia della scarcerazione di Giovanni Brusca. Un tecnicismo giuridico che consente ad un uomo colpevole di numerosi delitti efferati di interrompere il regime carcerario.

«Sapere che Brusca è, oggi, uomo libero lascia senza parole – afferma il presidente della Regione, Nello Musumeci – La Legge è legge, si dirà. Ma se una norma è palesemente sbagliata va cambiata. Magari non potrà più servire per Brusca ma servirà almeno ad evitare un altro caso simile. Di fronte agli “sconti” concessi a chi ha ordinato oltre cento omicidi, sia comunque serratissima la vigilanza. Per scongiurare che la libertà barattata possa, Dio non voglia, fornirgli anche la più remota possibilità di tornare ad essere il mostro che è stato».
“Ho appreso della scarcerazione del mafioso Brusca – commenta sui social il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono – Il mio sentimento di profonda e pungente tristezza è rivolta non all’essere meschino ma al sistema che ha consentito che venisse restituita la libertà a chi ha bagnato di sangue la nostra terra. Smettiamola di dire che siamo una grande Paese perché non è vero e questa ne è la prova tangibile. Ancora una volta ogni dignità è stata lacerata”.

“Il mio primo pensiero - ha fatto sapere l’ex sindaco e deputato regionale, Salvino Caputo – è stato quello di chiamare donna Franca Castellese mamma di Giuseppe Di Matteo rapito ucciso e sciolto nell'acido proprio su ordine di Brusca Giovanni da oggi uomo libero. Ho condiviso la commozione, la rabbia, ma anche la compostezza e la dignità di una mamma che nonostante il dolore Caserta una incrollabile fiducia nelle Istituzioni. Da Avvocato penalista e esperto di diritto - ha evidenziato Salvino Caputo - dovrei dire dura l'ex sed l'ex, ma da uomo e da siciliano non posso non provare sdegno e indignazione nel sapere che un carnefice come Brusca, che ha ammesso di avere ucciso forse 200 persone. Attivò il telecomando che ha determinato la strage di Capaci e il rapimento e la uccisione di un bambino dopo 779 giorno di prigionia, oggi torna uomo libero, significa nutrire seri dubbi su quello che può definirsi Stato di dirittoL. La rabbia, la riprovazione e il disgusto sono sentimenti che oggi nessuna legge può giustificare. Per quanti contributi possa avere dato Brusca alla lotta contro la mafia - ha aggiunto Caputo - i reati orribili commessi da questo criminale possono soltanto essere compensati con una condanna all'ergastolo. Se la Sorella di Giovanni Falcone ha affermato che questo è il risultato della legge sui pentiti voluta da Falcone, mi permetto di affermare che la libertà concessa a Brusca non trova giustificazione e che i sentimenti di rabbia riprovazione e disgusto non possono essere sopiti dalla legge dura, ma legge. Mi auguro soltanto che questo criminale indegno di essere annoverato tra il genere umano, possa tornare in Sicilia”.
“La scarcerazione di Giovanni Brusca – è invece il parere del presidente del Consiglio comunale, Marco Intravaia – è un'onta non solo alla memoria delle vittime della mafia e ai loro familiari, ma a tutti coloro che nella loro quotidianità si battono per il rispetto delle leggi. Non voglio entrare nel merito dei tecnicismi legislativi che hanno portato quest'uomo, assassino anche del giudice Falcone e del piccolo Di Matteo, fuori dal carcere: ma il messaggio è devastante. La sua libertà offende chi crede nella via segnata dalle tante vittime che non si sono arrese alla prepotenza dei vari Brusca. Le manifestazioni commemorative, le cerimonie, le targhe in ricordo sembrano perdere senso di fronte ai mafiosi che tornano in libertà, sebbene collaboratori di giustizia. Il rischio è che alle nuove generazioni passi un messaggio schizofrenico e, dunque, poco credibile da parte delle istituzioni. Non nascondo di essere davvero sconcertato”.

"Questa scarcerazione - conclude il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando - richiama ancora una volta le sofferenze delle vittime e dei loro familiari e riaccende ancora più forte la indignazione per le terribili violenze commesse da Giovanni Brusca.In questo momento si conferma quanto bisogno vi sia ancora di verità e giustizia nel nostro Paese".

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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