Omissione d’atti d’ufficio e resistenza a pubblico ufficiale: assolti Mario Cusimano e Ignazio Gebbia

Salvino Caputo: “Una sentenza di assoluzione dopo 5 anni di indagini”

MONREALE, 16 dicembre– L’ex vicecomandante del Corpo di polizia Municipale di Monreale, Mario Cusimano e Ignazio Gebbia, marito della proprietaria di uno stand del parcheggio Torres sono stati assolti dal tribunale di Palermo. Erano accusati rispettivamente di omissione d’atti d’ufficio e di resistenza a pubblico ufficiale.

Mario Cusimano, ex vicecomandante del corpo della Polizia Municipale di Monreale e il commerciante Ignazio Gebbia erano stati rinviati a giudizio nel 2015 davanti il Tribunale penale di Palermo, a seguito di una complessa attività di indagine condotta dalla Polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Palermo. Mario Cusimano era accusato di omissione di atti di ufficio per non avere riscontrato una delega di indagini disposta dalla Procura della Repubblica di Palermo il 30 aprile 2012, riguardante presunte irregolarità nella gestione del mercatino che ogni giovedì si tiene a Monreale.

L’ufficiale di Polizia Municipale era anche accusato di abuso di ufficio per avere rilasciato un nulla osta all’utilizzo del suolo pubblico ad un commerciante senza avere svolto la relativa istruttoria amministrativa. Ignazio Gebbia, invece, era accusato di resistenza a Pubblico Ufficiale in quanto aveva opposto resistenza ad alcuni ufficiali della Polizia Municipale di Monreale che stavano procedendo al sequestro di uno stand utilizzato dalla moglie nel parcheggio Torres. Gebbia aveva affermato che lo stand era in regola in quanto munito di autorizzazione amministrativa. Nel procedimento si erano costituiti parte civile il Comune di Monreale e l’ispettore capo Salvatore La Mantia, che aveva accusato Gebbia di resistenza. I difensori di fiducia di Cusimano e Gebbia Salvino Caputo, Francesca Fucaloro e Giada Caputo, hanno prodotto documentazione difensiva dimostrando che Cusimano aveva regolarmente trasmesso la delega di indagini al personale amministrativo della Polizia Municipale per gli accertamenti di rito e che l’autorizzazione al suolo pubblico era stata rilasciata munita di pareri.

Mentre per Gebbia hanno dimostrato che il comportamento tenuto all’interno dei locali della Polizia Municipale non aveva bloccato gli adempimenti da parte dei verbalizzanti. L’assoluzione con formula piena – hanno concluso Salvino Caputo, Francesca Fucaloro e Giada Caputo – dimostra la correttezza dell’operato di Cusimano e Gebbia anche se resta l’amarezza di avere atteso oltre cinque anni per il riconoscimento della loro estraneità ai fatti contestati.”