San Giuseppe Jato, una lite rischia di finire in tragedia: tre persone arrestate

Due sorelle dovranno rispondere di tentato omicidio, il fratello di violenza e resistenza a pubblico ufficiale

SAN GIUSEPPE JATO, 27 agosto – Escalation di violenza nel pomeriggio di domenica scorsa, quando una lite fra vicini, avvenuta per futili motivi, acuita da acredini pregresse, degenera fino ad arrivare ad al ferimento di due coniugi jatini.

Secondo la ricostruzione dei militari, resa possibile anche grazie alle testimonianze dei presenti, L.C.R.M., incitata dalla sorella L.C.M.P., avrebbe esploso dalla propria abitazione diversi colpi di pistola ad aria compressa all’indirizzo di due coniugi, colpendo l’uomo al braccio e la donna al volto.
Il tempestivo intervento dei Carabinieri ha portato all’arresto in flagranza delle sorelle per tentato omicidio, mentre una perquisizione effettuata presso la loro abitazione ha fruttato il rinvenimento, oltre alla pistola ad aria compressa, anche di una carabina ad aria compressa, di una balestra con dei dardi ad alto potenziale offensivo e di un dissuasore elettronico ad alto voltaggio.

Le vittime, trasportate presso l’Ospedale “Civico” di Palermo, dopo le cure del caso sono state giudicate non in pericolo di vita, anche se la donna dovrà essere sottoposta ad intervento chirurgico per la rimozione di alcune schegge dal viso.
In quella stessa circostanza veniva tratto in arresto per il reato di violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale, anche L.C.S., fratello delle donne, in quanto si era rifiutato di fornire ai militari intervenuti dei filmati che aveva effettuato con il suo smartphone, con i quali venivano immortalate le varie fasi dell’acceso diverbio trasceso in violenza, opponendo contro i militari dell’Arma atti di violenza verbale e fisica.
Al termine delle formalità di rito e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria le due donne venivano tradotte presso la casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo in attesa di udienza di convalida del Gip del Tribunale di Palermo, mentre l’uomo, dopo la celebrazione del rito direttissimo, veniva sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.