Per gli ebrei la Pasqua era la liberazione dall'Egitto
La parola “Pasqua”, di derivazione ebraica, viene messa in rapporto dalla tradizione biblica con il verbo pāsah “passare oltre” , a commemorazione del “passare oltre” del Dio d’Israele, che nella notte dell’uccisione dei primogeniti egiziani, risparmiò quelli ebrei, passando oltre, appunto, la soglia delle loro case contrassegnate dal sangue dell’agnello.
Presso gli Ebrei la solennità pasquale celebra e commemora la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto. Per i cristiani, invece, la festa di Pasqua commemora la resurrezione di Cristo, ossia il suo passaggio dalla morte alla vita per la liberazione degli uomini dalla schiavitù del peccato.
Com'è noto, la Pasqua è una festa mobile, perché si celebra nella prima domenica dopo il plenilunio di primavera, situata quindi tra il 22 marzo e il 25 aprile. É la festa della luce (plenilunio), ma anche del risveglio (resurrezione) della natura dal letargo invernale per la ripresa dei ritmi vitali.
Nella tradizione latina la parola pascha si incrociava con pascua "i pascoli", a significare appunto il ritorno dell'erba, cibo degli agnelli, e in genere degli armenti. L'agnello, si sa, è un simbolo pasquale, simbolo di pace, di mitezza, di bontà e... di gastronomia: gli agnelli, infatti, compaiono sulle mense di Pasqua, insaporiti da condimenti, profumati da stuzzicanti aromi e accompagnati da gustosi contorni.
Gli agnelli di pasta di mandorle, agghindati e perfino truccati, invadono le pasticcerie per la gioia dei più golosi. Le brave massaie sanno prepararli in tutti i modi, sia come piatto forte, che come dessert. Sorte analoga tocca alle uova. Perché? L'uovo è immagine simbolica della vita che si schiude e quindi, del rinnovamento del ciclo vitale espresso dalla Pasqua. Nelle vetrine dei fornai compaiono i pupi cu l'ovu, bizzarre immagini umane, fatte di pane, che inglobano uova sode, mescolando la semplicità dell'alimento essenziale al simbolo dell'uovo e perciò della vita. Sulle tavole, dall'antipasto al dolce, l'uovo campeggia.
Le uova di Pasqua di cioccolato poi, fanno felici (anche per via della sorpresa) bambini e adulti e con il loro colore, oltre che con la dolcezza rallegrano e movimentano la festa. La Pasqua, infatti, è la festa per eccellenza non solo per il suo altissimo significato spirituale, ma anche per tutto il contorno che la prepara e l'accompagna, passando dalla tristezza della Settimana Santa (i cui riti popolari nelle processioni folcloristiche mostrano inquietanti e truculente immagini di mistero e di dolore) allo scampanìo e all'Alleluia della Domenica di Resurrezione. Essere contento come una Pasqua è una locuzione abbastanza comune per esprimere l'atteggiamento di chi sprizza felicità; per contro Dare a qualcuno la mala Pasqua significa genericamente guastargli la gioia trasformandola in pianto.
La piccola Pasqua altro non è che la Pasquetta, ossia il lunedì, giorno dedicato alle scampagnate, a continuazione e completamento della gioia pasquale (tempo permettendo).
Ben venga dunque la Pasqua e a tutti tanti sinceri auguri di rinnovamento e di serena letizia.