Quante volte l’abbiamo detto (o ascoltato)!...

Una... "carrettata" di vecchi detti popolari

La lingua siciliana è ricca di espressioni figurate o colorite che aiutano a rendere appieno il pensiero con sfumature talvolta intraducibili nella corrispondente locuzione italiana. Quelle che propongo riguardano l’ambito della laboriosità, della solerzia o dell’indolenza. Nascono da riflessione antica sull’affannarsi degli uomini per raggiungere uno scopo o sul loro tentativo di sfuggire all’attività e all’impegno: atteggiamenti antitetici, ma compresenti in tutte le epoche, le società, i gruppi, le famiglie e talvolta… le persone! Chi è senza peccato…

1) Allisciari balati – Levigare i lastroni stradali.
Vuol dire essere sfaccendati, tanto da poter bighellonare per le strade cittadine, i cui marciapiedi, un tempo erano fatti di lastroni.

2) Ammuttari fumu ca stanga – Spingere fuori il fumo con una stanga.
Ovvero:compiere una fatica inutile. Più o meno equivalente è ammucciari u suli ca riti – Nascondere il sole con la rete, cioè cercare di celare ciò che è evidente.

3) Essiri vrazzu ri mari – Essere braccio di mare.
Si dice di persona attiva, capace, generosa. L’espressione deriva dal traffico che si vede nei porti, negli estuari o negli stretti di mare.

4) Fari di petri pani – Fare di pietre pane.
Cioè fare l’impossibile, riuscendoci con l’ingegno, l’impegno e il sacrificio.

5) Fari u sceccu ‘nto linzolu – Fare l’asino fra le lenzuola.
Vuol dire poltrire e star bene senza merito.

6) Fari un viaggiu e dui survizza – Fare un viaggio e due servizi.
L’equivalente italiano è “prendere due piccioni con una fava”

7) ‘A addina chi camina s’arricogghi ca vozza china – La gallina che cammina torna a casa col gozzo pieno.
È l’esortazione a darsi da fare, a prendere iniziative per campare.

8) ‘A scupa nova fa scrusciu – La scopa nuova fa rumore.
Indica l’efficienza mostrata nei primi tempi di un nuovo incarico da qualcuno che poi si affloscia. Bisogna ricordare che le scope antiche erano fatte di saggina o comunque di arbusti che poi, consumandosi, non spazzavano più bene.

 9) Viririsilla ri l’astricu – Vedersi (la scena) dal terrazzo.
Assistere ad un fatto standone fuori, per non faticare, o compromettersi. Si dice di persona indolente o egoista.

10) Zappari all’acqua e siminari o ventu – Zappare nell’acqua e seminare al vento.
 Si dice di fatica inutile fatta da persona poco accorta o sfortunata.

E questo è ancora niente. Vedete quanta ricchezza espressiva? Arrivederci alla prossima puntata, di nuovo alla scoperta… di ciò che sappiamo già senza rendercene conto.

 (continua)