La religione: le preghiere antiche

Orazioni tramandate per diverse generazioni

Nel popolo monrealese è vivo il sentimento religioso e le manifestazioni che lo esprimono sono numerose e riguardano ogni aspetto della vita. Non si dimentichi che Monreale è nata col Duomo ed è stata per secoli potentissimo feudo della Chiesa.

Il culto verso Dio, la Madonna e i Santi è ancora abbastanza praticato in forme varie che vanno dalle cerimonie nei luoghi sacri (le chiese in funzione, prima numerosissime, oggi meno, testimoniano l’affluenza popolare) alle processioni, alle pie pratiche pubbliche e private.

Il popolo nei secoli ha inventato le sue orazioni e la preghiera popolare semplice, ingenua, spontanea, si è tramandata per generazioni, esprimendo la devozione ed il fervore religioso spesso in forme sgrammaticate o illogiche, ma certamente autentiche.

Quella che propongo l’ho ascoltata più di cinquant’anni fa dalla nonna di mio marito (morta novantenne) che l’aveva ripetuta ogni sera (accompagnando a letto prima i figli e poi i nipoti) con tanta convinzione da rendere invidiabile la sua fede semplice ed incrollabile.

 

Iu mi curcu ‘nta stu lettu,
c’è Gesuzzu ‘nto me pettu,
iu rormu e iddu vigghia
s’aju cosa m’arruspigghia.
Iu mi curcu ‘nta stu lettu
e quattru Ancili ci aspettu,
dui e peri e dui o capizzu,
mmenzu c’è Gesù Cristu.
Gesu mi rissi: curcati e riposi,
un pinsari mali cosi.
Cu Gesu mi curcu, cu Gesu mi staju,
essennu cu Gesu paura nun aju.
Iu mi curcu pi durmiri
‘nta stu lettu pozzu muriri,
dui linzola e na balata,
l’arma mia sia raccumannata.
Iu mi curcu c’aju sonnu,
e tri cosi aju bisognu,
Comunioni, Estrema Unzioni, Oghhiu Santu,
nomini Patri, Fighhiu e Spiritu Santu.

Il rapporto con la Divinità è rappresentato in modo concreto ed essenziale, con immagini umanizzate da cui vien fuori un abbandono confidenziale ed una ferma fiducia che dà per certo ciò che le parole esprimono.
Intorno al letto in cui si “curca” il credente (Iu mi curcu è ripetuto quattro volte) circolano Gesu Cristu che garantisce il risveglio in caso di bisogno e quattro Ancili custodi, distribuiti simmetricamente (dui e peri e dui o capizzu) a ferrea tutela della sicurezza della persona, la quale però nonostante la dichiarata assenza di paura, assalita dal pensiero della morte, si trincera ancora dietro tre rimedi indispensabili: Cumunioni, Estrema Unzioni e Ogghiu Santu, invocando la Trinità col segno di croce finale.

La semplicità, la spontaneità e la fede di questa preghiera, (che pure ha una sua dignità metrico-ritmica) francamente mi commuovono molto più di elaborate costruzioni teologiche di maggior pregio letterario.