Immagini semplici e colorite di cultura popolare
I proverbi, di cui il popolo siciliano è ricchissimo, anche per i popolo monrealese costituiscono un archivio morale di precetti e sentenze, maturati da secolare esperienza: sono le regole preziose a servizio della vita d’ogni giorno sia pubblica, che privata. Chi è capace di farne buon uso, mettendo a frutto l’insegnamento che contengono, ne trae beneficio.
I proverbi sono rivestiti d’immagini argute che, liete o amare, celano una verità abbastanza trasparente sotto il velo della metafora. Il linguaggio, ovviamente, è popolare. Mi piace metterne in sequenza alcuni, molto noti, che contengono un’antichissima morale di equilibrio, moderazione e buon senso.
Eccoli:
“Sparagna a farina mentri u saccu è chinu”
(Risparmia la farina mentre il sacco è ancora pieno)
cioè: impara l’arte del risparmio quando sei ancora nell’abbondanza, diventato povero, cosa vuoi risparmiare?
perché
“U livari senza mettiri un è funtana chi surgi”
(Il togliere senza aggiungere non è come una sorgente che zampilla)
Può sembrare ovvio, ma è pur sempre prudenza che ammonisce nel bene e conforta nel male,
ricordando che:
“Bon tempu e malu tempu un dura sempri un tempu”
(Buon tempo e cattivo tempo, non dura sempre uno stesso tempo)
e ciò non vale solo per la meteorologia, ma per tutti gli alti e bassi della vita, che è bella perché è varia;
e perciò
“Stenni u peri quantu u linzolu teni”
(Stendi il piede quanto può resistere il lenzuolo).
Il lenzuolo in questione è metafora delle proprie possibilità d’ogni tipo.
Secoli di cultura filosofica stanno dietro a queste semplici e colorite immagini popolari e antiche voci di pensatori, di poeti, di scrittori, di saggi (greci, latini e di chissà quante altre culture) si sono levate ad ammonire, suggerire a incoraggiare, in nome degli ideali di misura, di equilibrio e di buon costume, che si nascondono, ma non troppo, nel concentrato e vivace insegnamento proverbiale.