La calda estate del Calciomercato: il rush finale è sempre più vicino
A poche ore dalla chiusura delle trattative, il 2 settembre, c'è ancora molto da decidere
MONREALE, 29 agosto – Non potrebbe che essere falso affermare che quest'estate 2019 non sia stata una delle più calde, e di certo non soltanto per le smisurate temperature. Picchi febbrili hanno infatti caratterizzato le scrivanie e i banchi di lavoro di dirigenti e manager dei club calcistici d'Italia e d'Europa. Ma - come cantava a battiti di rock Luciano Ligabue - il meglio deve ancora venire!
E' vero, la Serie A è già stata inaugurata nel weekend appena trascorso, ma non per questo le piste imprevedibili del mercato sono state definitivamente chiuse. A cominciare propio dai detentori attuali del titolo, la Juventus (e da chi sennò!). Con l'esonero - sì voluto e cercato, ma altrettanto sofferto - del plurivincente Massimiliano Allegri e della sua filosofia di gioco "concretista", come molti fantasiosi opinionisti l'hanno rinominata, la Vecchia Signora è coraggiosamente convolata a nozze con la barocca bellezza espressa negli anni di Napoli e nella parentesi britannica col Chealsea da Maurizio Sarri, toscano come l'ex amante, ma di ben altra mentalità (chissà forse troppo diversa). Lo strapotere economico societario ha ispirato così un lauto sorriso nei propri tifosi con l'arrivo del baby fenomeno De Ligt, del promettente Rabiot e del gallese Ramsey, bianconero già a gennaio. A queste operazioni, di indiscutibile lungimiranza, hanno fatto seguito decisioni che non hanno di certo fatto passare notti tranquille, come il tanto discusso scambio tra Cancelo e Danilo, alla corte di Guardiola, la cessione del promettente Moise Kean all'Everton e la (fin qui) irremovibilità (apparente?) del "numero diez" Paulo Dybala dalla lista degli esuberi, prima accostato ai Red Devils poi nel paventato scambio con Mauro Icardi, ormai - a detta della dirigenza nerazzurra - separato in casa con l'Inter.
Proprio quella stessa Inter che, con pieno diritto, si appresta a ricoprire il ruolo di avversario principale delle zebre, soprattutto con un certo Antonio Conte in panchina e un Beppe Marotta a tessere dall'alto, con accorta esperienza, le fila delle trattative . Ultima quella che porta al prestito di Alexis Sanchez, alla ricerca di riscatto dopo i grigi anni a Manchester, e di Cristiano Biraghi, nello scambio con Dalbert alla Fiorentina. Dopo una estenuane corte durata lunghi mesi nei confronti di Edin Dzeko, fresco di rinnovo con i Capitolini, adesso tutti gli occhi sono puntati sullo svincolato Fernando Llorente, ottimo titolare al fianco di Lukaku nella formazione di Conte, ma con il Napoli minaccioso all'inseguimento. Attenzione anche alla pista che porta a Petagna, punta fisica in forza alla Spal, su cui Marotta e Ausilio potrebbero inaspettatamente fiondarsi in chiusura di calciomercato.
Un Napoli che, puntando ancora sull'esperienza europea di Carlo Ancelotti, ha appena cocluso l'affare Lozano in arrivo dal PSV, vera alternativa al tanto inseguito James Rodrigez (adesso possiamo dirlo) mai concretamente vicino al progetto dei Partenopei. Le ultime settimane hanno registrato anche un certo interessamento nei confronti dello stesso Mauro Icardi - con un'offerta posta sul piatto da ADL di circa 65 milioni - poi attenuatosi e diradatosi a causa dei costanti tentennamenti dell'argentino, ostinato a continuare la sua esperienza a Milano. Per nulla scontate le scelte della nuova Fiorentina di Rocco Commisso che, con la sua verve di americano facoltoso, ha già conquistato il cuore dei tifosi viola, con l'ufficialità di Boateng, il pugno duro con il traballante Chiesa (in accordo sul contratto con i bianconeri) e soprattutto dopo l'arrivo di Frank Ribery, un po' brizzolato dopo i fastosi anni bavaresi, ma pur sempre Frank Ribery; dell'Atalanta del tattico Gasperini, più volte citato a fianco della Roma a inizio mercato (poi unitasi a Fonseca), intenzionato adesso a fare bene in campionato e in Champions con giocatori in rosa del calibro di Luis Muriel, già a segno due volte nella prima giornata, e pronti a chiudere, nel caso in cui il Torino dovesse steccare l'affare, per Diego Laxalt, terzino rossonero in uscita dalla formazione del nuovo tecnico Marco Giampaolo il quale, diciamolo con tutta sincerità, non ha proprio convinto alla prima gara ufficiale (Udinese 1-0 Milan), con il pistolero Piatek abbastanza scarico e l'esperimento della seconda punta non proprio fruttuoso. Ore calde a Madrid per un'offerta rifiutata dall'Atletico per il cartellino di Angel Correa, ma i rossoneri - a quanto pare - sarebbero pronti a un rilancio; è una Lazio che puntella e rafforza il proprio organico, senza stravolgerlo, contrariamente ai cugini giallorossi ancora in cerca di un centrale di difesa, reparto che ha già mostrato alcune lacune con quei tre pesanti gol incassati in casa all'Olimpico. L'ultima offerta della Roma di prestito con diritto di riscatto per Daniele Rugani non ha convinto la Juventus, intenzionata a cedere definitivamente il giovane e a puntare tutto sul turco Merih Demiral, bravo nelle prime uscite di precampionato dopo l'esperienza al Sassuolo.
Per quanto riguarda le zone di medio-bassa classifica, il sogno più bello è sicuramente quello inseguito dal neo-promosso Brescia di Mario Balotelli, nel suo romantico ritorno in Italia nella città natale del padre, motivato a inseguire con ancora più fiato la maglia azzurra a lungo negatagli. Dopo Schone e Pinamonti al Genoa e un centrocampo di ferro come quello del Cagliari (forte di Naingolaan e Rog), il Bologna riparte da Gary Medel, ex-Inter lontano dall'Italia ormai da qualche anno, e dalla forza mentale di un ct senza eguali come Mihajlovic, gladiatore dentro e fuori dal campo, mentre il Parma è decisa a ripetere il risulato della scorsa stagione puntando ancora sul revitalizzato Gervinho, instancabile fondista di fascia.
Tutti pronti dunque per il rush finale di mercato, previsto per il 2 settembre all'Hotel Brun di Milano, per vivere fino all'ultimo istante lotte e scontri, specchio di un campionato che - poco ma sicuro - mai come quest'anno ha l'aria di presentarsi come una vera e propria rivelazione.
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