Scuola Morvillo, presentato ieri il libro di Barbara Bartolotti

La sua toccante testimonianza ha emozionato tutti i presenti

MONREALE, 22 maggio –Presso la scuola Morvillo proseguono le iniziative legate al mese della legalità: stavolta gli studenti e le studentesse delle classi terze della scuola secondaria hanno incontrato Barbara Bartolotti che nella mattinata di ieri, 21 maggio, nell’aula magna “Luigi Caracausi”, ha presentato il libro autobiografico “Una storia. Barbara… Libera di … vivere” in cui racconta l’aggressione subita nel 2003 e il lungo percorso di ripresa dopo essere stata presa a martellate, pugnalata e arsa viva.

Tale iniziativa rientra in un percorso dedicato alla valorizzazione della donna e alla lotta alle disuguaglianze e alle violenze di genere. Alla presenza del Sindaco di Monreale, del consulente del sindaco Salvo Giangreco e del Direttore Stefano Gorgone, Barbara Bartolotti ha esposto non solo la brutale violenza subita, ad opera di un collega di lavoro che infierì su di lei con ferocia, ma ha anche raccontato il processo di rinascita che l’ha portata a guarire dalle cicatrici, sia del corpo che dell’anima, e ad essere un esempio di legalità.

La sua toccante testimonianza ha emozionato tutti i presenti e ha permesso di affrontare tematiche legate all’amore, al possesso, al rispetto, alla violenza. Barbara e la sua famiglia non hanno scelto la strada della vendetta e del rancore, ma hanno deciso di mettersi al servizio della comunità. La donna ha fondato l’associazione “Libera di vivere" per aiutare le donne, gli uomini e i bambini vittime di aggressioni fisiche, psicologiche e verbali e per educare i più giovani al rispetto.

L’incredibile forza e voglia di vivere di questa donna hanno fatto vibrare le corde delle anime di tutti i presenti. In suo onore sono state intonate le note di “Vietato morire” di Ermal Meta ed è stato letto il componimento di Agnese Sferruzza, “Stidda”, studentessa premiata al concorso “Salva la tua lingua locale”.

“L’idea di dedicare il percorso di legalità alla lotta al femminicidio” - dichiara Francesca Giammona, dirigente dell’istituto - “nasce dalla consapevolezza che fra i ragazzi vige l’equazione che gelosia e possesso sono evidenze d’amore. Il messaggio che vogliamo, invece, veicolare, è che l’amore si veste sempre di rispetto e libertà.”