Quando un virus preme il tasto del rewind

(foto Massimo Merulla)

Due anni fa l’emozionante performance degli alunni monrealesi in Collegiata

MONREALE, 30 aprile – Se il covid-19 non ci avesse negato la fattualità, stasera, come ormai da alcuni anni, la scolaresca di Monreale sarebbe uscita dalle aule e si sarebbe fatta comunità, innalzando alla devozione per il Crocifisso il tradizionale inno "Corri o Figlio".

Il Santuario della Collegiata avrebbe vibrato di emozioni, l'energia contagiosa dell'entusiasmo sarebbe stata visibile sui volti di chi si sarebbe riconosciuto fratello tra i "fratelli". I giovani studenti avrebbero ascritto al loro vissuto una foto immagine dai contorni emozionanti, avrebbero sentito muovere dentro di loro la profondità delle radici che ci abbracciano e ci rendono partecipi di un'unica linfa, di un unico tronco. E invece, la pandemia ci inchioda a sfogliare l'album delle foto più belle, a ripassare i capitoli e i paragrafi, a sottolineare le parole - chiave quasi a cercare di riuscire a penetrare il passato per comprendere quanto sta accadendo. La timeline del vivere dovrebbe essere figurata come una freccia in movimento, con la punta rivolta all'avanti, al dopo, quella linea del tempo che procede lungo la railway senza possibilità di inversione.

Il paradosso di oggi è l'inevitabilità di riportare indietro il nastro, di attraversare lo stargate a ritroso, di pigiare sul tasto del rewind per recuperare quel senso delle cose che sembra sfuggirci. È come se questo tempo trovasse autenticità se vissuto in controluce, se guardato in negativo, se, visto in chiaroscuro, rivelasse quella fiammella che può ancora baluginare. È così che attraversiamo questa giornata, scostando a fatica il velo della malinconia, alleggerendo il mantello della delusione, scoprendo sotto la cenere quel movimento della mente e del cuore che solo la riproposizione delle esperienze vissute può accendere in noi e, soprattutto, nei giovani assuefatti ormai dai, seppur apprezzabili, tentativi di "formazione a distanza". Almeno oggi dovremmo considerare colmo il contenitore in cui da mesi la scuola tenta di travasare contenuti da remoto e provare, magari, a recuperare le immagini delle giornate del 30 aprile monrealese e le emozioni che queste portano con loro.