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Alcide De Gasperi in odore di santità?

| Stefano Gorgone | L'opinione
fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
nei giorni scorsi è stata chiusa a Roma l'inchiesta sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità di Alcide De Gasperi.

In un tempo in cui sembra che i popoli abbiano smarrito le ragioni del vivere insieme ed in cui l'arroganza del potere politico sembra non avere limiti, la notizia della futura ascesa agli altari dello statista trentino mi rincuora molto. Nato nel 1881 a Pieve Tesino, un piccolo paese del Trentino, Alcide De Gasperi, oggi ingiustamente rimosso dalla nostra memoria, è stato una figura centrale della rinascita morale e politica del nostro Paese quando era appena uscito sconfitto e molto impoverito dal secondo conflitto mondiale.

Fondatore della Democrazia cristiana, primo presidente del Consiglio e per otto volte presidente del Consiglio, riuscì con lungimiranza a portare l'Italia nel Patto atlantico, ad avviare il processo di integrazione europea, a creare i presupposti per il miracolo economico dei primi anni sessanta, a riaffermare nuovamente a livello internazionale la dignità dell'Italia gravemente compromessa dalla dittatura. Perseguitato dal fascismo fu rinchiuso in carcere per quattro anni e visse gli anni più bui della sua vita, un lungo periodo di solitudine, di umiliazione e di tribolazione, un periodo che riuscì a superare grazie alla sua profonda e granitica fede.

Ed è proprio ciò che desidero evidenziare in questa sede nella convinzione che la fede e la spiritualità che animarono lo statista trentino furono alla base della sua forza e del suo servizio al nostro Paese. Cresciuto e formatosi nel Trentino, caratterizzato in quel contesto storico da un risveglio della coscienza cattolica, De Gasperi si distinse per la sua dirittura morale, la sua condotta di vita esemplare ed ammirabile. Nato povero condusse una vita austera, umile e sobria, molto diversa da quella dei politici del suo tempo ed anche da quella dei politici attuali.

La sua vita religiosa non fu di facciata, ma qualche cosa di profondo, di sostanziale che ha guidato il suo spirito e ne ha ispirato le azioni per tutta la vita. “Dirsi cristiani nel settore dell'attività politica – diceva - non significa avere più diritti rispetto ad altri, ma implica il dovere di essere vincolati da un profondo senso di fraternità civica, di moralità, di giustizia verso i deboli ed i più poveri.”. Antifascista ma anche anticomunista il suo desiderio era quello di portare le idee cristiane nella politica mantenendo la schiena diritta anche rispetto alle più alte gerarchie cattoliche.

Per De Gasperi, infatti, il credente doveva agire nello spirito della Costituzione impegnando sé stesso e il suo partito, ma non la chiesa. Egli si adoperò con alto senso dello Stato, anche contro l'ostracismo di parte della gerarchia ecclesiastica, per affermare il principio della laicità della politica intesa come un progetto di vita fondato sul rispetto dell'uomo e sulla sua capacità di saper mediare senza rinunciare a ciò in cui crede. Al grande statista trentino, infatti, si riconosce anche il merito di avere riconciliato i cattolici con la vita sociale e politica.

Morì nel 1954 nella sua amata casa nelle montagne del Trentino ed oggi le sue spoglie mortali riposano nel monumento funebre a Roma all'interno della basilica di San Lorenzo fuori le Mura. In un momento storico in cui si avverte la necessità di leader politici credibili e coerenti penso che la testimonianza di De Gasperi, insieme a quella di altre personalità come La Pira, Aldo Moro, Bachelet possa costituire un'eredità molto importante ed attuale. Coloro che vogliono appassionarsi alla politica intesa come “la più alta forma di carità cristiana”, dovrebbero tener conto dell'ispirazione ideale che lo mosse e della coerenza morale che lo distinse.

· Enzo Ganci · Editoriali

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