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I “misteri” del cimitero di Monreale: il morto dissepolto e la sua lapide ritornata intatta a coprire il loculo

| Tonino Russo | L'opinione
fumetto di Tonino Russo

Signor direttore,
mi permetta di ringraziarla per lo spazio che mi concede in un periodo in cui spesso è più comodo mettersi al servizio dei potenti di turno o più semplicemente accettare di non disturbarli.

È un tempo, questo, in cui si può perfino assistere alla pubblicazione di articoli e poi alla loro improvvisa scomparsa, articoli “morti”, stroncati nel cuore della loro lettura, chissà per quale ragione fulminante.

Ho voluto incominciare questa mia riflessione con le parole di un giovane nipote che non ci sta a vedere il nome del nonno, che poi è anche il suo, “fare da segnaposto”. Inoltre, poiché il giovane ringrazia chi accetterà il suo post “per capire”, proverò, per parte mia, ad accendere almeno un lumino, sperando di vederci un po’ meglio tutti.

Sappiamo che da anni giornalmente ci sono circa 150 salme messe a deposito, in attesa che si liberi un posto ed aver finalmente degna sepoltura. Queste salme mediamente attendono 18/20 mesi per essere tumulate. Anche a mio padre capitò così. Ma c’è chi è più “fortunato” e spesso trova posto senza una così lunga attesa. Basta girare per il cimitero e qualche salma “fresca fresca” o di recente tumulazione, senza avere atteso tanto, la si trova. Il marmo lucido, le lettere e i portafiori nuovi di zecca testimoniano la nostra osservazione che, poi, non è altro che la denuncia di molti familiari indignati.

Chissà, invece, se se ne sono accorti nei palazzi del governo o del comando cittadino. Viceversa, purtroppo, ci sono morti che da quattro o cinque anni, non hanno avuto ancora assegnato il loculo che spetterebbe loro, pagato con bonifico dai nipoti senza che ne abbiano saputo più niente. Si potrebbe sottolineare che, laddove qualcuno subisce un torto, altrove c’è sempre un altro che ne trae un vantaggio.

Da sempre si è pensato che tra i morti non possa esserci differenza. Splendide e illuminanti, in tal senso, sarebbero le parole di Totò e della sua Livella. Ma a Monreale non vale più neanche questo. Tutto è stato ridotto a occasione di consenso privato e personale. A miserabili privilegi da concedere in cambio di amicizia. Tra i privilegiati parrebbe esserci anche una agenzia mortuaria i cui funerali curati si concluderebbero con tumulazione certa ed immediata. Sarà vero? Basterebbe fare delle verifiche vere per accertarlo, evitando annunci ridicoli e mortificanti. Ciò che accade viene detto ormai da non poche voci di popolo. Basterebbe prestare orecchio e non girarsi dall’altra parte. Del resto si sa: vox populi vox Dei.

Ma il cuore del problema resta il seguente: perché un loculo dopo l’estumulazione viene lasciato vuoto per più mesi con una lastra a nascondere l’estumulazione? In questi giorni, dopo l’interrogazione, si mormora che sarebbero apparse più tombe senza lastra, probabilmente frutto di estumulazioni precedenti. Sarà un caso? Forse! Ma non sarà questo risultato minimo a fermarci. Ci viene da chiedere, così, a timpulata: “Perché il giorno dopo quei disseppellimenti i posti non sono stati occupati dalla prime salma in lista d’attesa? La risposta è semplice: probabilmente non c’è una lista d’attesa o, se c’è, non viene fatta rispettare in base ad un rigoroso criterio cronologico. Di certo dovrebbe per forza esserci un registro nel quale si dovrebbero appuntare gli ingressi in cimitero dei nuovi defunti. Ci piacerebbe che non fosse così, ma sono troppe le grida di rabbia che denunciano verità non più occultabili. E non si può fare più finta di non capire o dissimulare.

Per questo il PD con una interrogazione ha giustamente chiesto al sindaco di riferire urgentemente in consiglio comunale. Personalmente credo che l’amministrazione abbia il dovere morale di rendere consultabili i verbali delle estumulazioni e l’elenco delle assegnazioni dei nuovi posti liberatisi e dimostrare che almeno davanti alla morte si è tutti uguali. Ma vedremo.

Intanto, appare innegabile che difronte a tutto ciò ci sono responsabilità amministrative e responsabilità politiche molto gravi da verificare e, se necessario, intervenire con provvedimenti esemplari. Di certo non aiuta a far chiarezza il paradosso che il dirigente dei servizi cimiteriali sia sotto il controllo del dirigente della polizia urbana il quale ha anche compiti di polizia cimiteriale. I predetti incarichi sembrano essere affidati tutti alla stessa persona cosicché controllore e controllato coinciderebbero.

Ovviamente sulla vicenda ci sono pesantissime responsabilità politiche a partire dalla scelta dell’assessore. Non si possono avere assessori “segnaposto”, tanto più in settori così delicati. Non si può essere assessore al cimitero in virtù di competenze “fantasma”, perché i risultati poi sono questi. All’assessore Oddo consiglierei di rassegnare immediatamente le dimissioni. In questi mesi, delle due una: o non ha capito nulla o ha fatto finta di non capire, obbedendo al principio del Ubi maior minor cessat.

A chi cerca di imporre nomi su ogni poltrona o sgabello libero, vaneggiando di incarnare Ercole, e poi tace a Monreale sugli stessi temi che lo portavano due anni fa a sbraitare a Palermo, vorrei evidenziargli che rischia di fare la figura del piccolo “Ercolino sempre in piedi”, il pupazzetto che fu della Galbani.

Lo ribadisco: gli assessori dovrebbero indicarsi per le competenze e non solo perché utili portatori di voti in vista di elezioni di altro livello.

Lo stesso sindaco non può cavarsela presentandosi in versione Alice Arcidiacono nel Paese delle meraviglie, facendo finta di non sapere. Non può pensare di sminuire la vicenda dicendo persino che certi articoli appaiono come fumo negli occhi. I cittadini tutti, anche quelli più distratti o fanatici del Forever Arci, hanno diritto per ieri, oggi o domani, di non veder calpestata la dignità dei propri morti. Sappia che non gli consentiremo di vestire anche i panni di “Checco Arcidiacono Cado dalle Nubi” e tutto finisce a tarallucci o sasizzate. Dia prove concrete di essere determinato e rigoroso, e che non ci sono scheletri nell’armadio. 

Qualche anno fa per Palermo, sulle salme a deposito, ci fu la mobilitazione di tutti i mass media nazionali e si trovò soluzione a problemi simili, sia pure di portata minore, vista la differenza di dimensione delle due città. Qui da noi, a Monreale, invece, sembra che ci sia la consegna di tacitare ogni possibile notizia di disservizio, con la conseguenza che il problema si é incancrenito. Occorrerebbe forse chiedersi: cui prodest? Chi trae vantaggio da siffatta sconcertante situazione, lasciata alla deregulation e quindi all’arbitrio di pochi?

Infine, resta la speranza che la giustizia torni ad interessarsi, come avvenuto in passato, di questa cosa che è tutt’altro che giusta. Bisogna confidare che si riaccendano i riflettori, e nel caso anche le sirene, su una vicenda che puzza davvero tanto e non certo di morto.

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 31 dicembre – Gli eccessi alimentari che caratterizzano le giornate in molte delle case del nostro territorio non devono farci distogliere lo sguardo da ciò che ci ha detto e ci ha lasciato quest’anno in eredità.

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