fumetto di Stefano Gorgone
Carissimo direttore,
“oggi è stato il giorno più felice della mia vita”, così ha dichiarato il giovane artista monrealese Mess, subito dopo la sua ottima performance canora la sera del 1° maggio in piazza Guglielmo.
Ed analoga gioia hanno manifestato i pianisti Silvia Vaglica e Giuseppe Grippi a seguito dei loro concerti di musica classica, sempre apprezzati da un numeroso pubblico per la loro raffinata sensibilità interpretativa e per la loro maturità tecnica. Sono giovani che hanno costruito il loro successo grazie al loro spirito di sacrificio, alla fatica del lavoro, alla serietà e profondità dello studio, al loro solido ancoraggio a valori etici irremovibili, ma anche grazie alla loro autostima ed all’irresistibile bisogno di ammirazione che caratterizza soprattutto i giovani di oggi.
In realtà tutti in qualche circostanza della nostra vita abbiamo fatto affidamento sull’applauso o sullo sguardo empatico, anche solo virtuale, degli altri ed abbiamo avuto modo di manifestare il nostro convinto plauso ai figli ed ai nipoti per le loro innocenti esibizioni artistiche. E’ nella nostra natura e nelle aspirazioni di qualsiasi essere vivente di non passare inosservati, di avere successo, di essere noti in un contesto sempre più ampio, desiderare di essere visibili ed ammirati.
In ognuno di noi c’è qualcosa che merita di essere apprezzata, una capacità, un aspetto della nostra personalità o del nostro corpo che può suscitare meraviglia e stupore da parte dei nostri familiari o amici. Nessuno, come afferma la giovanissima Greta Thunberg, è così solo da non poter piacere o essere utile agli altri.
Per lo psicoanalista Gustavo Pietropolli Charmet ad influenzare negativamente i nostri comportamenti sono soprattutto la poca autostima e la paura di non essere all’altezza delle aspettative, di non essere desiderabili, di essere considerati goffi, insignificanti e privi di fascino, paura che a volte può diventare vergogna e causa di sofferenza mentale. Ne deriva anche il non avere un’identità sicura e definita, restare vittima delle tante incertezze che la vita presenta e la conseguente paura di cadere preda dell’apatia e della noia, di essere dimenticati e di finire nell’oblio.
Alla base dei nostri comportamenti, in una società come quella attuale senza regole, in cui ha preso il sopravvento l’individualismo ed il culto del Sé sulle esigenze della comunità sociale, oggi c’è sempre più il bisogno di visibilità sociale, di suscitare meraviglia, di notorietà, di like, di ammirazione continua. Tutto ciò contribuisce a rafforzare l’autostima e la fiducia nel futuro.