La Settimana sociale e la Politica con la P maiuscola

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
in questi giorni esperti e studiosi sono riuniti a Taranto, in un convegno promosso dalla Chiesa Cattolica dal titolo “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. Tutto è connesso”.

La scelta della sede non è indifferente perché nella città pugliese è stata impiantata negli anni '70 la più grande acciaieria d’Europa con gravi conseguenze sulla salute dei lavoratori e degli abitanti e negli ultimi anni è esploso pienamente il conflitto tra ambientalisti e lavoratori.
Ambiente, lavoro, futuro sono le parole chiave del convegno che si propone l’ambizioso obiettivo di indicare un processo di cambiamento della vita sociale e politica del nostro Paese. E’ questo lo spirito che anima la “Settimana sociale”, un’iniziativa strutturata da decenni e che nel tempo ha visto protagonisti economisti e politici come Toniolo, La Pira, Dossetti, Moro. Si rileva la necessità di liberarsi dai timori e dalle incertezze che hanno caratterizzato questo tempo drammatico per ritrovare le ragioni del nostro essere comunità. Tutti siamo chiamati ad uno sforzo creativo per indicare buone pratiche per uno sviluppo sostenibile che soddisfi le richieste del mondo di oggi, ma anche quelle delle generazioni future, così come tutti dobbiamo essere consapevoli che la nostra casa comune sono le strade,le piazze, i monumenti, i boschi, i monti, la natura che ci circonda.

Si auspica, quindi, un cambio di mentalità, un nuovo modello di sviluppo suggerito da una Politica con la P maiuscola, che sia in grado cioè di affrontare le sfide del nostro tempo e che pensi al futuro del pianeta, una “conversione ecologica” autentica e profonda che deve coinvolgere gli stili di vita personali e comunitari. E’ vero, infatti, che il mondo scientifico ha ripetutamente affermato l’urgenza di prendersi cura della natura e, conseguentemente, del presente e del futuro dell’umanità. Alluvioni, uragani, calamità naturali sono eventi che si susseguono frequentemente ed, in buona parte, sono figli del cambiamento climatico. Sono distruttivi anche gli interventi dell’uomo come il disboscamento della foresta amazzonica o le discariche abusive nella Terra dei fuochi in Campania che hanno provocato malformazioni congenite in tanti bambini, gli incendi dolosi del nostro già povero patrimonio boschivo o le tante sostanze inquinanti liberate dalle industrie nei fiumi e nei mari.

La necessità e l’urgenza di pensare al futuro impongono di valorizzare soprattutto le competenze dei giovani, la loro voglia di impegnarsi per fare un salto di qualità, di adoperarsi per individuare un nuovo modo di rapportarsi rispetto alle risorse naturali, di evitare una dicotomia tra mondo del lavoro ed ambiente, tra economia ed ecologia. In effetti milioni di giovani nel mondo sono impegnati in una difficile battaglia per la salvaguardia del pianeta ed alcuni sono diventati delle icone, un vero esempio per un’intera generazione.

A i giovani si chiede di mettere in circolo le loro idee ed i loro progetti, di utilizzare i linguaggi a loro più congeniali come la musica, l’arte, la poesia per veicolare quanto più possibile nella Rete una cultura ecologica. Si tratta di ascoltare davvero le loro sensibilità, di valorizzare il loro entusiasmo per tenere accesa la speranza in un futuro più a misura d’uomo.