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Don Primo Mazzolari, profeta e costruttore di pace

| Stefano Gorgone | L'opinione
fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
con l'approssimarsi della Santa Pasqua, segnata quest'anno da violenze disumane ed odio sconfinato, da lutti e devastazioni nel cuore dell'Europa e nel Medio Oriente, desidero ricordare una delle figure più significative del cattolicesimo democratico del novecento quale fu don Primo Mazzolari.

Conosciuto come il parroco di Bozzolo, una piccola comunità in provincia di Cremona, don Primo fu un costruttore di pace che durante i miei anni giovanili affascinava per il suo coraggio, la sua determinazione nell'opporsi all'ideologia fascista della “guerra giusta”, ai totalitarismi, ad ogni forma di ingiustizia e di violenza. Ricordo che ascoltavo con grande interesse le sue omelie che erano registrate e diffuse in audiocassette; il suo, infatti, era un linguaggio che puntava direttamente a suscitare l'emozione del cuore.

Durante il primo conflitto mondiale fu cappellano militare e seguì con grande passione umana le truppe italiane sul fronte francese, rifiutando comunque l'esaltazione della guerra e del militarismo, allora molto diffuse nel popolo italiano. In un suo scritto “Tu non uccidere”, affermò che “ogni guerra è un fallimento dei cristiani, una vera e propria calamità”, pronunciò un durissimo atto di accusa contro il pericolo di una catastrofe nucleare ed affermò il valore dell'obiezione di coscienza.

Ricercato dai fascisti, visse per lungo tempo nella clandestinità partecipando attivamente alla lotta di liberazione e non esitando a nascondere e salvare numerosi ebrei e antifascisti. Pacifista ad oltranza, convinto sostenitore della nonviolenza diede vita ad un forte movimento di resistenza cristiana contro la guerra, dedicandosi anche alla cura di coloro che tornavano dal fronte e dalla prigionia. Nelle sue numerose pubblicazioni affrontò temi come il rinnovamento della Chiesa, la difesa dei poveri, la denuncia delle ingiustizie sociali, la promozione della pace.

Si impegnò per una completa rifondazione del nostro Paese sul piano morale e culturale, dando maggiore spazio al dialogo fra i popoli, alla solidarietà per i poveri e alla fratellanza. Per le sue idee che andavano controcorrente gli fu proibito dai suoi superiori di predicare al di fuori della sua parrocchia e di scrivere articoli che riguardavano problematiche sociali, ma la sua obbedienza alla Chiesa non venne mai meno, pagando di persona la sua coerenza e la sua fedeltà.

Fu molto vicino ad altre grandi personalità “scomode” del suo tempo come don Milani, padre David Maria Turoldo, Giorgio La Pira, Igino Giordani, don Zeno Saltini, il fondatore di Nomadelfia e come loro non sempre fu compreso ed apprezzato.
Don Primo Mazzolari per il suo tenace impegno per la pace, per la sua capacità di sapere leggere nel segno dei suoi tempi quello che il futuro poteva riservare, si può considerare una figura luminosa ed attualissima che oggi ci interroga e ci mette in crisi.

 



· Enzo Ganci · Editoriali

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