Sulla Venere di Morgantina, caro assessore Sgarbi, ci consenta di dissentire
PALERMO, 7 gennaio – L’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, Vittorio Sgarbi qualche giorno fa, durante una trasmissione televisiva, parlando della Venere di Morgantina, prestigioso reperto archeologico, disse che sarebbe opportuno uscisse fuori dalla Sicilia per essere esposta a Roma, considerata la scarsa affluenza di visitatori del Museo di Aidone, luogo dove attualmente è visitabile.
L’assessore ai Beni Culturali ha iniziato il suo ragionamento adducendo delle argomentazioni, a mio avviso condivisibili ma concludendo in maniera, solo a mio avviso, errata; conclusione che se praticata priverebbe la Sicilia, anche se solo di un breve periodo, di uno dei suoi beni archeologici più prestigiosi.
Dall’assessore ai Beni Culturali, dall’alto della sua fama che certamente valica i confini nazionali ci aspettiamo qualcosa di diverso, ad esempio, provare a mettere la sua esperienza e il suo sapere al servizio della Sicilia allo scopo di valorizzare, in Sicilia, l’enorme patrimonio culturale che la storia ci ha regalato.
E allora, invito l’Assessore ai Beni Culturali a leggere un articolo (leggi qui) che grazie al mio caro amico, Enzo Ganci, Direttore di Monreale News, pubblicai qualche anno fa nel quale, partendo dalle stesse argomentazioni, giunsi a conclusioni diverse ma, è certo, io non sono l’assessore ai Beni Culturali.
Su Palermo capitale italiana del Cultura 2018.
Come è noto, forse ahimè soltanto agli esperti del settore, la Sicilia ha dichiarato 23 beni culturali, di proprietà della Regione Siciliana, inamovibili. Per conoscerli, basta leggere un decreto assessoriale del 2013 (eccolo qui): sia chiaro, a leggere bene quel decreto, quei 23 beni culturali siciliani sono inamovibili solo sulla carta.
Senza avere la pretesa di essere esaustivi, se si vuole circoscrivere l’azione di valorizzazione del bene culturale siciliano su Palermo, in occasione di Palermo capitale italiana della cultura 2018, non si può non tenere conto che 4 di questi beni si trovano a Palazzo Abatellis e 3 sono di pertinenza del Polo Museale Archeologico Salinas. Per la precisione 2 si trovano al Museo Salinas e 1 esposto al Sito Archeologico di Himera che, dopo la recente riorganizzazione del settore dei beni culturali siciliani, è passato sotto la direzione del dirigente responsabile del Polo Museale Archeologico Salinas, quindi 7 dei beni, fra i cosiddetti inamovibili, su 23, si trovano già all’interno dei musei palermitani.
Necessario si renderebbe potenziare l’offerta culturale del Museo Salinas e della Galleria di Palazzo Abatellis. Come? Portando la Testa di Ade, la Venere di Morgantina e il Satiro danzante al Museo Salinas e portando uno o due dei quadri di Caravaggio che si trovano al Museo Accascina di Messina, ad esempio, l'Adorazione dei Pastori e/o la Resurrezione di Lazzaro, alla Galleria di Palazzo Abatellis.
Certo si dovrebbe pensare come compensare principalmente i comuni di Aidone e di Mazara del Vallo delle mancate entrate per la momentanea sottrazione dei beni dai loro, ma loro non sono, siti culturali.
Tutto ciò in collaborazione con l’Università di Palermo, Comune di Palermo, settori produttivi che hanno interesse a investire in Sicilia, facendo partire un’attività promozionale senza precedenti, nel senso che in ogni parte del mondo dovrebbe arrivare il messaggio di quello che si sta organizzando a Palermo e, per l’occasione, dotare il personale del Salinas e di Palazzo Abatellis di divise con tanto di scritta “Regione Siciliana - Beni Culturali e dell’Identità Siciliana”.
L’idea di progettare e attuare un programma di mostre anche di durata annuale, di beni culturali classificati come inamovibili, al di là della loro provenienza geografica (luogo di ritrovamento), riunendoli in un unico luogo, intercettando l’interesse di un’utenza, il cui territorio sia facilmente raggiungibile da mezzi di comunicazione veloci e di collegamento nazionale e internazionale, se condivisa, potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase di valorizzazione del bene culturale siciliano, in Sicilia.
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