Sono profondamente convinto che tra le 5.000 favole che ho scritto e tutte le favole istruttive di Esopo, Fedro, I fratelli Grimm, che ho pubblicato sul mio quotidiano del cuore Monreale.News.it la Favola che per eccellenza rispecchia la Società del Terzo Millennio, devastata dalla Pandemia da Virus Covid19, sia la Favola del Topo di campagna e del topo di città.
Questo perché uomini e donne non saranno mai contenti di quel che si ha e di dove si vive, anche se chi lascia la via conosciuta per la nuova, sa quel che lascia, ma non sa quel che trova. La Favola del Topo di campagna e del Topo di città, è nella sua versione originale di Esopo VI Secolo A, C. e secondariamente è stata elaborata dal grande Poeta satirico Orazio. La Favola racconta la storia di due incantevoli topolini, uno residente in campagna e l’altro in città. Entrambi i topolini si stufarono della loro vita stressante e noiosa per entrambi. Com’è bella la città, com’è grande la città, piena di luce e di semafori, con tanta gente che lavora, con tanta gente che produce, canterebbe ancora Giorgio Gaber.
Com’è noiosa la campagna, arare i campi con il padrone alle calcagna, raccogliere frutta, arance e limoni e pomodori per tutte le stagioni, direbbe il saggio contadino stanco, senza utopie e contraddizioni. Ritornando alla nostra Favola educativa, i due Topolini decisero in piena sintonia, di scambiarsi i loro domicili e le loro case; certamente ignoravano entrambi, i guai ed i disagi che li aspettavano e quanto sarebbe stato faticoso e pesante, vivere in luoghi dove non si conosce nulla. Nella Società del nostro terzo millennio si è alla frutta in materia di umore, di equilibrio stabile noetico, di decisionismo e spirito d’avventura.
Domenico Modugno non canterebbe più Volare, ma si soffermerebbe ad interpretare la favola dei due briganti allegri, sulla strada da Girgenti a Monreale. Certamente il nostro Mimmo Modugno, amava recitare, nuotare e rassomigliare ai Delfini; amava la sua tenera moglie ed il figlio del cuore ed ha vissuto alla grande con il suo cilindro e la gardenia nell’occhiello del suo vecchio Frac. Non direi mai Adieu, Addio al mondo, perché questa nostra vita è un meraviglioso viaggio di sola andata, malgrado le contraddizioni di questo nostro viaggio, a causa delle malattie, delle pandemie, dell’odio, dell’egoismo e di tutti i vizi capitali che imperano senza frontiere, nella nostra società del solo apparire.
COPYRIGHT©BY SALVINO CAPUTO