Ho voluto incontrare caparbiamente e con un pieno di Amore e Sincronia dei valori spirituali e culturali un grande sacerdote missionario ed utopista inverosimile, pronto a donare la propria vita per il riscatto socio-culturale di popoli in ritardo con l’appuntamento della nostra civiltà di progresso e civiltà spirituale.
Domenica 8 Agosto 2021 alle ore 20,15 il mitico Don Pasquale La Milia è arrivato puntuale in via Roma n.51 per prelevarmi con il suo vespone 250 e raggiungere in tre minuti il Ristorante La Macina di mister Filippo Balsano allocato in un eden di paradiso, ovvero il mitico Orto Veneziano proprietà di Antonio Veneziano, il più grande poeta della seconda metà del Cinquecento Siciliano. Siamo stati accolti alla Macina da mister Filippo Balsano che dopo avere fatto posteggiare il vespone di Don Pasquale La Milia ci ha accompagnati in un angolo solitario e paradisiaco dell’Orto Veneziano. Le luci che ci hanno accompagnato per l’intera serata sono state luci di un tramonto rosa con proiezioni di giallo-oro intenso sui nostri tavoli. C’era quasi un’aureola mistica nel posto dove sedeva Don Pasquale ed una distorsione di luce, quasi un crepuscolo, nella postazione del Prof. Salvino Caputo, apostolo di Gesù di Nazareth e discepolo del mitico e sublime maestro Leonardo Sciascia.
Evidentemente, qualcosa stava per palesarsi in questo incontro storico tra un prete della Santa Madre Chiesa ed uno Scrittore senza frontiere, amante della sfrenata libertà, della cultura dei valori, in primis della Fede intesa come certezza angosciosa nella testimonianza quotidiana della carità. Don Pasquale a cena con il Prof. Salvino Caputo è la metafora del tempo che verrà, se ci sarà tempo ancora; è l’utopia di una sera crepuscolare dove la Cultura Illuminista dei due personaggi, accende la rivoluzione spirituale del metti una sera a cena per sfiorare il paradiso. Si sono confessati senza segreti Don Pasquale e Salvino. Lo scrittore ha punzecchiato come una zanzara la sincerità di Don Pasquale, per spingerlo a confessioni estreme. Don Pasquale ha raccontato secondo dopo secondo, la sua missione apostolica in Perù: Ho difeso la legalità esistenziale di questi tenerissimi bambini peruviani e li ho assistiti dal punto di vista medico-scientifico. Don Pasquale è laureato in Legge e Medicina, al di là del suo profilo di Prete Senza Frontiere. In Perù, sbotta don Pasquale, i tetti delle case erano di paglia, per fortuna al mio arrivo lo Stato Peruviano ha provveduto ad installare tetti di lamiera.
Lapalissianamente siamo all’età della pietra in questo Perù di anime innocenti e fortemente segnate dall’arretratezza culturale, tecnologica e futuribile. A fine cena, dopo un gustosissimo passito di Pantelleria, una Vodka ed un eccellente Blood Mary, abbiamo alzato i tacchi e raggiunto velocemente il vespone 250 di Don Pasquale, destinazione via Roma n. 51. Nel finale delle sue confessioni del viaggio-missione in Perù, Don Pasquale mi ha confessato che la sorte dei bambini peruviani, dipenderà dal progresso tecnologico e scientifico, da una nuova cultura dei valori e dalle grandi montagne che circondano il Perù, a partire da Vinicunca , la grande montagna arcobaleno, per finire alla Montagna dei 7 colori, con Pumasillo alta 5.991 metri, Lasunayoc 5.936 metri , Artesonraju 5.999 metri e Sabancaya 5976 metri. Storicamente, dietro le grandi letterature dei popoli, c’è sempre il mito delle montagne. Nella letteratura Albanese, ad esempio, c’è il mito del Liuto della Montagna. Alla fine di questa mia intervista a Don Pasquale La Milia, mi sento più ricco spiritualmente e mi auguro che anche i miei lettori ed il popolo di fans che segue Don Pasquale possano riposare tranquilli, senza paure o timori, ma con la fiducia nei valori della fede.
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