La favola eretica di Pino Comandè, campione di sicilianitudine

La noia, secondo la mia visione esistenziale della vita, è stata da sempre un pretesto principesco e letterario, per alcune categorie di scrittori italiani e stranieri.

Tentare nuove sfide per rivoluzionare la mera routine che soffoca il nostro vissuto quotidiano, è sensibilità estrema dell’anima e tangibile coraggio, passione e creatività in qualsivoglia professione, mestiere, sport. Mentre scrivo la mia favola odierna, sono molto emozionato per il protagonista che conosco da 62 anni. Mi ha stupito straordinariamente la collaborazione di Nonò Di Matteo e la carica profusa nel ricostruire la biografia del personaggio odierno, minuziosamente, analiticamente, con dettagli fantastici dettati dal cuore.
Perché vi chiederete ho voluto considerare un campione di Sicilianità, il nostro adorabile zio Pino Comandè? Lo Zio Pino è nato ad Alcamo il 16 Maggio 1934, primogenito di una famiglia numerosa (un fratello e quattro sorelle). Fin da pimpante ragazzino, il nostro caro zio Pino mise in vetrina il suo carattere mite, altruista ed appassionato ossessivamente del mondo dei motori e della meccanica. Non dismise mai la sua tuta blu di meccanico e fin dalla sua tenerissima età, 10 anni, iniziò il suo percorso di lavoro presso una vecchia officina di Alcamo.


Quando l’intera famiglia si trasferì a Monreale, fece una dura gavetta presso una nota officina di Palermo e dopo tre anni di durissimo apprendistato, lo zio Pino insieme al padre, lo zio ed il fratello, battezzarono la loro prima officina sita all’ingresso del mitico quartiere della mia adorata Gebbia di Catania. Mio padre Gianni era un cliente assiduo dell’officina perché era proprietario di un leoncino OM-10 adibito per la sua attività lavorativa. Nelle more della vita, lo zio Pino s’innamorò della signorina Maria Musso e dopo 10 anni di fidanzamento, la sposò e vennero al mondo due splendidi ragazzi, Giovanni (in onore del vecchio padre) e Daniela. Nel 1960 la celebre trasmissione Campanile Sera, trasmessa ogni giovedì sera dalla RAI e condotta da Mike Bongiorno, con Enzo Tortora, Enza Sampò e Renato Tagliani, ebbe come protagonista la Città di Monreale con due concorrenti eccezionali, il Dottor Giuseppe La Rosa (nonno del direttore di Monreale News Enzo Ganci) esperto inverosimilmente di Opere Liriche e Bino Lorito esperto di Cultura Generale.
Monreale sbaragliò e mise a bordo ring tante città italiane. Lo zio Pino partecipò al Campanile Sera, alla guida di un Kart rosso e superò tutti gli altri concorrenti, suscitando un tifo alle stelle ed infiniti applausi da parte del pubblico monrealese; zio Pino è stato campione anche in diverse gare automobilistiche disputate sul circuito di Cerda con la sua storica Bugatti, targata PA 19942, per concessione e stima del Principe di Scalea. Ho parlato al telefono giovedì scorso con lo zio Pino, ma dopo cinque minuti si è messo a piangere ed ho preferito salutarlo. Voleva ricordarmi la grande amicizia con mio padre e tanti episodi che poi mi ha riferito Nonò Di Matteo.
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