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La dolce favola di Ezio e Jo Mirto gestori del loro mitico bar

| Salvino Caputo | Favole per grandi e piccini

Conosco Ezio e Jo fin dalla loro fanciullezza e pubertà serena e tranquilla. Papà Giovanni e la tenerissima moglie hanno trasmesso ai figli i gameti della buona educazione, gentilezza ed estrema cortesia.

Papà Giovanni è stato per i figli un mito severo di modello imitativo incomparabile. Zio Giovanni ha sempre avuto l’adrenalina dell’instancabilità senza tregua, nel lavoro e nell’istituzione familiare; continua ancora a sovrintendere le sue creature ed il Bar che lo ha reso il numero uno a Monreale per la raffinatissima Fabbrica di dolci, arancine, torte, cannoli e tutte le varietà gastronomiche della cucina siciliana. Quotidianamente abbandona l’orto della sua villetta in campagna, per irrompere con blitz mirati nel bar dei figli e nel laboratorio della Premiata Azienda Mirto. Ezio è un tenerone senza frontiere e steccati, adora il mare ed è quotatissimo nei social per la sua filosofia della tolleranza e del rispetto di tutte le creature del nostro pianeta.

Ezio piace moltissimo alle donne per la sua gentilezza, cortesia e disponibilità. Jo è più metodico rispetto al fratello, un jet supersonico nel fare i conti ai clienti del Bar ed alterna buon umore e malumore. Quando mi reco al Bar Mirto per acquistare le mie sigarette, accendini e ricariche per il cellulare, Jo attacca sempre il bottone della politica esclamando: “Professore, siamo a mare! Cambiamo colore alla nostra Sicilia, come se fossimo l’arcobaleno! Oggi siamo zona rossa, domani arancione senza che nulla cambi per noi esercenti. D’accordo – mi sussurra – c’è la pandemia e l’inferno, ma io non posso licenziare i miei fedeli collaboratori di una vita”. Rispondo lapidariamente: “Caro Jo, tutto è puro per chi è puro! Questo Virus che gira come la musica che gira intorno di Ivano Fossati, è l’anticamera di una rivoluzione mondiale fasulla, voluta e creata ad arte dalle nuove dittature e dalle lobbies finanziarie che governano da sempre il nostro mondo”. Jo mi sorride e si strofina gli occhi. Lo saluto con una pacca solenne sulla spalla e mi avvio verso casa, per fumare una sigaretta in santa pace.

Nei pressi della chiesa di Saint Apollinaire in piazzetta Arancio, incrocio Giovanni Mirto che mi abbraccia ed euforicamente esclama: Ciao Salvino, ragazzo Beat della Monreale che fu. Pensavo, sorridendo, che la storia di uomini e donne è spesso tenerezza, dolci ricordi di un passato recente che ci consegna inesorabilmente ai nostri destini ed al residuo tempo che verrà, se ci sarà tempo ancora.
COPYRIGHT © BY SALVINO CAPUTO

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 3 aprile – L’ingresso del sindaco Alberto Arcidiacono in Forza Italia, con tanto di comunicato stampa corredato di foto, mossa che mancava solo del crisma dell’ufficialità, segna un preciso spartiacque nella politica recente della nostra cittadina.

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