La favola di Santo Stefano omessa dai vangeli e adattata per i posteri

Nell’odierna Festività del 26 Dicembre 2020, mi sta a cuore ricordare un Santo che adoro ed ho pennellato con colori intensi e policromatici nel mio ultimo libro Vangelo secondo Salvino.

Santo Stefano, nel background di ricordi legati al mio incontro con Gesù di Nazareth in Palestina, l’ho incontrato presso la regia taverna di Paola ed abbiamo consumato un frugale pasto e del buon vino, disquisendo di Fede, Carità, Futuro e senso del Divino. Gesù ci ascoltava in religioso e sacro silenzio e sorrideva teneramente ai calorosi contrappunti e posizioni estreme che emergevano dal dialogo tra Stefano e Salvino. Contestavo a Stefano di essere troppo integrato ad un fondamentalismo della fede e della divinità, senza prospettive e credibilità tra i dottori della legge, i cambia valute e la massa dei poveri sull’orlo di una crisi isterica per la fame e la sudditanza al Sinedrio, a Caifa ed a Ponzio Pilato. Secondo il mio punto di vista, ribadivo a Stefano, la Fede va testimoniata interamente nelle opere di Carità; il Senso del Divino e della Divinità necessitavano, in quel momento storico di Paganesimo Radicale, di una gradualità di approccio al tema e non d’integralismo spirituale, pena la condanna per Blasfemia.

Santo Stefano mi guardava sbigottito e sorrideva sarcasticamente, battendo i pugni sulla tavola bandita ed apparecchiata con cura da Paola. Gesù non sorrideva più e notai con tristezza delle lacrime sul suo viso stanco e contratto. Stefano, dopo la mia ultima analisi, non si limitò più a battere i pugni sul tavolo e rivolgendosi a Gesù esclamò incazzato: Maestro, questo Salvino è un tuo discepolo? Gesù triste ed amareggiato, sfiorò con la sua mano destra i capelli di Stefano e rispose: Sì è il mio discepolo diplomatico che conosce l’arte della Politica e sa come relazionarsi con tutti i sepolcri imbiancati, scribi, farisei, dottori della legge che affollano la nostra Gerusalemme.
Stefano ci rimase male per le dure parole di Gesù, si alzò salutandoci con un sorriso sardonico ed esclamando: Io continuo il mio percorso senza paura. Stefano, dissi a Gesù, è un Greco con le corna durissime, nato in Palestina, ma è il più grande dei tuoi Apostoli e sarà un Martire vittima del senso infinito d’amore verso il Cristianesimo, il Padre Celeste e la tua divina Persona. Santo Stefano morì nel 36 dc sottoposto a pubblica lapidazione, accusato di Blasfemia. Santo Stefano è il Protettore dei Tagliapietre e dei Muratori.
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