I nostri fratelli animali hanno una marea di vantaggi sugli uomini: non hanno bisogno di preti di funerali e di testamenti

Se pensiamo per una frazione di secondo alla nostra esistenza di uomini e donne sotto questa volta celeste, paradossalmente dovremmo sentirci dei privilegiati rispetto al mondo animale; mi concedo una licenza poetica coniugandola con un’amara riflessione: Si nasce, si cresce, si studia e poi ognuno di noi sceglie la sua professione, attività commerciale, mestiere; c’è chi resta disoccupato a vita e chi resta ultimo nella gerarchia e piramide sociale, chi s’innamora giovanissimo e si sposa, generando prole e ramificazioni.

Tizio è un famoso avvocato, Caia è una grande ballerina, Sempronio un grande magistrato, Pinco è un ricco industriale, Pallino fa il precario al Comune di Monreale etc. Si muore in solitudine, un bel funerale e la nostra vita si spegne presso un vecchio cimitero. Soltanto pochi uomini e donne resteranno eterni nella memoria dei nostri popoli, perché hanno lasciato in eredità un patrimonio culturale, storico, scientifico immenso. I nostri fratelli animali non hanno mai studiato, non hanno mai percepito un assegno familiare o uno stipendio, non hanno mai pagato un affitto o una tassa per la prima casa o la TARI, IMU, IRPEF, non si sono mai sposati in chiesa o al comune, non hanno mai avuto bisogno di teologi o preti per essere istruiti sulla religione, non hanno mai frequentato la scuola e non hanno mai fatto la coda alla posta per ritirare la pensione, non hanno mai speso il becco di un quattrino per il loro funerale e non hanno fatto mai testamento.

I nostri fratelli animali hanno generato milioni di figli e ramificazioni, hanno seguito pedissequamente ed istintivamente la nostra superba madre natura; spesso sono stati massacrati e sterminati da uomini bruti e senza cuore, ma non hanno mai smesso di amare donne, uomini e bambini. Vorrei tanto adottare un canguro australiano, dotandolo di guantoni da boxeur per scazzottare gli imbecilli! Purtroppo la legge italiana proibisce di allevare canguri nel nostro territorio; ho incaricato il mio amico Alessandro Ganci che si trova a Sidney per motivi di studio, di adottare un canguro neonato pagando la quota di adozione a distanza e chiamarlo “Alex”. Alessandro ha raccolto il mio invito e mi ha elargito un sano consiglio: Caro Salvino, nelle more del mio rientro in Sicilia, adotta due bellissime caprette alla faccia di chi sai tu e chiamale “Gibbuti” e l’altra “Teresa”; quando farò ritorno a Monreale, giuro che ti aiuterò ad allevarle e quando cresceranno le faremo passeggiare lungo il corso Pietro Novelli e piazza Vittorio Emanuele, tenendole al guinzaglio; penso che se ci sarà un imbecille a gridare “A Crapa” si verificheranno solenni cornate nel sedere di questi idioti e quaquaraquà. Ciao Salvino, debbo raggiungere la mia scuola ma ti prometto che addestrerò in prima persona le caprette per l’attacco agli imbecilli.
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