Le sublimi trasgressioni di Pier Paolo Pasolini e Giovanni Boccaccio

Quella cena con il regista a Trastevere nel 1974...

Trasgredire in Letteratura, nel Cinema, nel Teatro, è una plusvalenza riservata ai geni rarissimi che il buon Dio ci ha concesso di fruire, per la nostra progressione cosmica legata alle attività di codifica del nostro pensiero, creatività ed umanità.

Trasgredire non è soltanto, convenzionalmente, il non rispetto delle regole di determinati routinari contesti antropologici e culturali. Trasgredire è adrenalina, eccitazione, carica atomica-sublime di sessualità, è eros, pathos, sfida, creatività, evoluzione, fonte di progresso e superamento delle barriere culturali medievali ed oscurantiste, è approdo alla vera perfezione, alla bellezza ed all’armonia cosmica contro tutti i catalizzatori dell’odio nella nostra civiltà contemporanea. Ho scelto le sublimi trasgressioni e sfide di Pasolini e Boccaccio perché sono stati i più grandi interpreti della nostra letteratura, del cinema e del sottoproletariato urbano. Per ragioni di spazio nel mio articolo, ho trascurato Sciascia, Voltaire, Proust, Carmelo Bene, Totò principe de Curtis, Charlie Chaplin e tanti altri che adoro, amo e stimo infinitamente. Amerei dare il mio incipit di codifica a Giovanni Boccaccio, che ho intervistato idealmente nel mio libro “La Notte dei Pensieri” pubblicato nel 2014 e scritto a quattro mani con Davide Parisi. Buona lettura della mia intervista!

Salvino: Messer Giovanni Boccaccio, quando è nata la vostra signoria? A mio parere modesto, i Fiorentini siete il prototipo eccellente della mera complessità, malgrado la S.V. sia nata a Certaldo. Siete ottimi garzoni come Matteo Renzi, ma quanta irrazionalità vi sovrasta! Grazie al mitico Francesco Petrarca abbiamo risolto il mistero buffo della sua nascita, anno 1313. Vorrei approfondire con la sua eccellente persona una questione delicata che mi sta a cuore. Quando la S.V. tratteggia la figura anatomica di Dante Alighieri, lo sfotte o lo dipinge con tratti di realismo pittorico? Riporto la sua cronica descrittiva: Fu questo nostro sommo poeta, di mediocre statura (1,60 centimetri) alquanto curvo ed appesantito nel corpo in età matura; volto lungo, naso aquilino ed occhi piccoli, grandi mascelle e labbro inferiore molto sproporzionato, capelli e barba spessi, neri e crespi, faccia malinconica e pensosa, un ipocondriaco ordinato e composto, cortese e civile, moderato nel cibo e vegetariano, mangiava per vivere, amava la musica, i suoni e i giovani cantautori del suo tempo. Riguardo alla virilità mi astengo. Penso alla mia!


Giovanni Boccaccio: Caro Salvino, mi ha parlato bene di te il tuo maestro Leonardo Sciascia, su “Andromeda” vi seguiamo, so che mi stimi e mi vuoi infinitamente bene, dammi del tu e fammi sorridere tantissimo. In verità, non sfotto Dante né lo prendo per i fondelli, lo stimo ma l’odoro. Sui Fiorentini concordo con te, anarchici e rancorosi; Dante non si è sottratto al genotipo antropologico della sua città; tenne, in qualità di guelfo, i freni della Repubblica in Firenze. Non fu cacciato in esilio dai Ghibellini, ma dai suoi fratelli Guelfi. Dante era un lussurioso sfrenato e la sua Beatrice era solo un pretesto di donna ideale, per alleviare l’ira di tanti uomini resi becchi dalla sua lussuria. Io ho amato 4000 donne dal vivo, con discrezione e mille espedienti, ma ho superato alla grande le mie prove d’amore ed i miei turnover erotici con le mie trovate boccaccesche. E’ arrivato il momento di salutarti, fra cinque minuti c’è il mega concerto di Pino Daniele su Andromeda Jazz Club riservato alle anime trasgressive. Continua a scrivere e non ti stancare mai. Ricordati che nella vita terrena, conta solo la purezza della tua fede verso Gesù ed il Padre Celeste. Ti saluto Pino e Rino Zurzolo.
Ho incontrato Pier Paolo Pasolini nell’ottobre del 1974 al mitico “Caffè Greco” di via dei condotti a Roma. Abbiamo dialogato a lungo, soffermandoci sull’analisi sottile del sottoproletariato urbano, sul ruolo della poesia, del cinema e della letteratura. Ho cercato di stimolare Pier Paolo riportandolo indietro nel tempo con un suo film capolavoro del 1961 “Accattone”. Abbiamo cenato a Trastevere e concluso il nostro incontro alle 5 del mattino presso lo storico “Cafè de Paris” di via Veneto. Quello che più mi affascinò di Pasolini fu il candore della sua anima e la luce intensa che propagavano i suoi occhi, eterne telecamere accese. Ero in grande forma quella sera e riuscivo a stimolarlo continuamente con la mia maieutica socratica. Pasolini mi rispondeva con un ritmo cadenzato e tenerissimo, avevo fatto centro nel suo cuore. Non ricordo quante volte l’ho baciato su quella sua fronte larga e senza rughe! Mi aveva stregato a tal punto che ero convinto di avere accanto la più bella donna del mondo. Alle 5 del mattino consumammo un tenerissimo cappuccino e Pier Paolo mi chiamò un taxi per fare ritorno in albergo. Ci abbracciammo forte come uomini veri e mi diede il suo indirizzo e numero di telefono. Nel novembre del 1975 appresi amaramente dal TG Nazionale, che era stato assassinato ad Ostia. La Sublime Trasgressione di Pasolini è stata la sua sfida infinita di riscattare la violenza, l’odio, l’irrazionalità, l’egoismo, attraverso l’amore e la ragione vigile e desta, che quando si addormenta genera mostri e mostruosità.

COPYRIGHT©BY SALVINO CAPUTO